FIRENZE – «Sarebbe stato presuntuoso da parte nostra presentare una proposta di legge organica, senza aver prima attivato le dovute fasi istruttorie ed operative e anche perché non crediamo di avere la soluzione complessiva al disagio, abbiamo fatto precedere la discussione con un atto di indirizzo. Le Regioni rimangono competenti in campo di politiche attive del lavoro e in questo senso si inserisce la nostra proposta di istituire un reddito di solidarietà attiva, che si fa carico quindi dell’esigenza di organizzare una politica complessiva sul tema della lotta alla povertà».
Lo ha detto Leonardo Marras, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, presentando in aula la risoluzione che punta a istituire un “reddito di solidarietà attiva” e indica un pacchetto di interventi sistematici e innovativi sui percorsi di protezione sociale e del cosiddetto welfare “generativo”.
«Il governo nazionale – ha ricordato Marras – eserciterà la delega che gli ha consegnato il Parlamento per arrivare al reddito di inclusione sociale, partendo da alcune misure subito operative come il Sostegno di Inclusione Attiva. Si tratta di accompagnare e incoraggiare le politiche nazionali in questo settore, in questa fase, per ampliare il più possibile la platea dei beneficiari.
Vi sono state polemiche – ha aggiunto il capogruppo, riferendosi alle posizioni del M5S – e voglio rassicurare: discuteremo anche della loro proposta di reddito di cittadinanza. La nostra posizione è chiara, non siamo d’accordo perché non crediamo sia praticabile, che non si possa affossare il bilancio della Regione per dare un sussidio a tutti. Noi pensiamo che si possa invece provare a ridurre il disagio con uno strumento attuabile, reso fattibile soprattutto dalla rimodulazione delle risorse del Fondo sociale europeo. La nostra proposta – ha concluso Marras – vuole rappresentare, oltre al sostegno economico diretto ai più bisognosi, anche un tentativo virtuoso di ripensare un modello di assistenza, proponendo misure ed azioni in grado di favorire l’inserimento lavorativo degli stessi soggetti beneficiari della solidarietà».
Nel corso del dibattito sono intervenuti anche altri consiglieri del Pd.
Paolo Bambagioni ha premesso che “il tema è di carattere nazionale, da parte nostra c’è però la possibilità di dare un contributo sul fronte del contrasto alla povertà. Quello che va colto della risoluzione, quindi, è soprattutto l’invito a mantenere una linea d’impegno, di solidarietà e di sobrietà che ci ha contraddistinto negli ultimi quindici anni. Auspicando che il Governo e l’Unione Europea intraprendano nuove azioni e politiche rivolte alla persone e alle famiglie più in difficoltà”.
Stefano Scaramelli ha detto che “per un partito come il Pd è doveroso assuma il tema della lotta alla povertà, senza fare demagogia e facendolo assumendosi la responsabilità di un atto che produrrà effetti concreti. Si tratta di una misura di sollievo sociale, certo, ma che assume il dato della dignità del lavoro, che rimane la misura principe. La risoluzione Pd rappresenta un impegno rapido ma che vuole essere duraturo nel tempo”.
Gianni Anselmi ha puntualizzato che “il nemico per noi non è la ricchezza ma la povertà e in un approccio alla questione veramente riformista dobbiamo rifuggire dalle sfide retoriche o demagogiche. Il tema è di politica economica, prima ancora che sociale; si tratta di un primo passo verso un cammino che percorreremo con serietà, metodo e responsabilità di governo”.
La risoluzione approvata, lo ricordiamo, “Impegna la giunta regionale – ad attivarsi affinché possa essere definito un “Cantiere sociale per la Toscana” che contenga una serie di misure di contrasto al fenomeno della povertà e del disagio sociale, tra le quali vi sia, oltre all’introduzione del “Reddito di Solidarietà Attiva” di cui sopra:
1) il rafforzamento delle politiche sulla casa in Toscana come strumento centrale nella lotta alla povertà ed al disagio sociale, assegnando, pertanto, le necessarie risorse all’edilizia residenziale pubblica;
2) la costituzione di un “Patto di comunità” da costruirsi mediante la riattivazione della “Commissione regionale per le politiche sociali” di cui alla l.r. 41/2015 finalizzato a coinvolgere i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, le categorie economiche, le associazioni di rappresentanza e tutela degli utenti, le organizzazioni del terzo settore, gli iscritti agli ordini e alle associazioni professionali;
3) il rafforzamento, in coerenza con le azioni previste dal PRS, delle misure finalizzate all’inserimento nel mondo del lavoro delle giovani generazioni, anche implementando il progetto Giovanisì;
– ad attivarsi per consentire un’adeguata copertura relativa all’introduzione del “Reddito di Solidarietà Attiva”, stimata in almeno 35 milioni di euro, attraverso un’attenta valutazione sull’attuale destinazione delle risorse provenienti dalla programmazione 2014-2020 del Fondo sociale europeo (Fse) in materia di politiche attive del lavoro, nonché attraverso un’attenta revisione della spesa del bilancio regionale.”