GROSSETO – “Coldiretti ha riaffermato la necessità di garantire la puntuale e corretta quantificazione dei danni, il cui sollecito risarcimento non può essere soggetto al regime “de minimis” e quindi non limitato all’importo di 15.000 euro in un triennio. Ciò deve rendersi possibile anche per le richieste già presentate e gli indennizzi già liquidati in modo parziale”.
A parlare Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto che spiega: “A tale proposito, l’Assessore regionale Marco Remaschi ha evidenziato che la Giunta Regionale il 24 gennaio scorso ha adottato una delibera da inviare alla Commissione, proprio per ottenere il superamento di tale vincolo. Egli ha altresì ribadito la posizione della Regione Toscana di assoluto favore rispetto all’approvazione del Piano per la conservazione del Lupo, attualmente in sede di Conferenza Stato Regioni, confidando in una veloce attivazione delle misure in esso contenute, che rendono possibile affrontare in modo efficace il contenimento di ibridi e cani vaganti, ed individuano nuove risorse da destinare al risarcimento pieno dei danni”. Tutto quanto ciò è stato ribadito ieri durante la riunione degli Stati Generali della produzione zootecnica di Coldiretti Toscana che si sono riuniti a Grosseto per dar vita ad un vero e proprio “question-time” sull’emergenza danni da predatori: lupi, ibridi e cani vaganti. Coldiretti Toscana ha chiesto all’Assessore all’agricoltura Marco Remaschi, una efficace azione di prevenzione e una tempestiva copertura attraverso forme adeguate di risarcimento a ristoro dei danni frequenti e consistenti arrecati agli allevamenti. Non è accettabile – nota Coldiretti – che si ripetano situazioni come quelle verificate da 70 allevatori che hanno subito attacchi e danni sino a fine 2014 ed hanno dovuto aspettare oltre due anni, fino a gennaio 2017, per ricevere il risarcimento.
A rispondere alla fitta sequela di domande degli allevatori giunti dalle province di Siena, Arezzo, Pisa e della stessa Grosseto, l’Assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi ed i vertici di Coldiretti regionali e provinciali. All’apertura dei lavori Coldiretti che torna a denunciare l’insostenibile situazione in cui si trovano ad operare le imprese zootecniche per i continui attacchi alle greggi ed alle mandrie, con gravi danni diretti, per la perdita dei capi, ma anche indotti per la riduzione della produzione di latte, ed il vertiginoso incremento di aborti.
All’incontro maremmano oltre all’Assessore Remaschi, i vertici regionali dell’organizzazione con Tulio Marcelli e Antonio De Concilio, Presidente e Direttore di Coldiretti Toscana, insieme ai direttori provinciali Coldiretti: Andrea Renna di Grosseto, Simone Solfanelli di Siena, Aniello Ascolese di Pisa-Livorno.
La Toscana, come diverse altre regioni italiane, ospita un patrimonio di lupi significativo, nel 2015 è stata rilevata nel territorio regionale la presenza di 109 branchi per complessivi 600 lupi. Nel 2016 sono state presentate domande di indennizzo, riferite a 698 attacchi di predatori agli animali allevati, per un danno che supera 1,3 milioni di euro.
La presenza del lupo rappresenta un elemento fondamentale di valorizzazione della biodiversità a condizione che sia circoscritta in habitat idonei ed in un numero di soggetti adeguato, diversamente rappresenta un elemento di disequilibrio ambientale.
In diverse aree della Toscana si ravvisa una situazione di emergenza legata anche alla presenza di individui ibridi e di cani domestici inselvatichiti che rischiano, altresì, di compromettere la caratterizzazione genetica del lupo stesso.
Coldiretti ha recentemente ritirato la propria adesione all’accordo per l’attuazione di interventi in materia di conservazione del lupo ”Canis lupus” e prevenzione/riduzione delle predazioni in Toscana – siglato il 16 luglio del 2014 – denunciando la fase di stallo in cui si trovava l’attuazione di tale accordo. Un atto volto ad evidenziare le difficoltà di tanti allevatori toscani, ma al tempo stesso un atto di responsabilità, per chiedere con forza la messa a punto, d’intesa con tutti i soggetti interessati, di una strategia efficace ed adeguata alla situazione di emergenza denunciata.
È in gioco la sopravvivenza della sopravvivenza di territori, che pulsano esclusivamente della presenza di allevatori e delle loro famiglie. Il loro esodo ed il conseguente abbandono di quei presidi esporrebbero i territori a valle a nuovi rischi di dissesto idrogeologico.