GROSSETO – “Ci sono morti che suscitano clamore e morti che scompaiono tristemente senza far rumore. Troppi i decenni di omertoso e colpevole silenzio prima di porre attenzione su una delle pagine più angoscianti della nostra storia. Un dramma nel dramma, una tragedia italiana a lungo dimenticata dalla storiografia e da talune istituzioni”. A scriverlo è Elisabetta Ripani, capogruppo Forza Italia Comune di Grosseto.
“Il Giorno del ricordo, con legge dello Stato 30 marzo 2004 numero 92 durante l’allora Governo Berlusconi – scrive Ripani – è divenuto solennità civile nazionale che si ricorre il 10 febbraio “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”, come recita l’articolo 1 di questa legge. Dovere civile e obbligo morale coltivare la memoria: un appello lanciato alle istituzioni ed all’intera collettività, con particolari attenzione e sollecitazione rivolte alle scuole, luoghi per eccellenza deputati alla formazione delle future generazioni, non solo all’apprendimento di nozioni ma anche allo sviluppo di una coscienza civica e morale e di una sensibilità che nel corso del tempo si sono tristemente affievolite”.
“Congiura del silenzio o ingiustificabile dimenticanza – aggiunge la capogruppo di Forza Italia – fatto sta che molte generazioni sono cresciute inconsapevolmente con gravi lacune; ore ed ore chinati sui libri a studiare una storia incompleta, senza avere la più pallida idea di cosa fosse una foiba, quale periodo storico caratterizzasse, senza trovare riferimenti storiografici adeguati, magari un piccolo trafiletto da studiare a casa e neanche spiegato in classe. Mi rivolgo ai maestri e ai professori delle scuole grossetane. Approfittate del Giorno del Ricordo per osservare un minuto di silenzio, quale punto di partenza per sviluppare idonee riflessioni sul tema insieme agli alunni, per risarcire moralmente e rendere giustizia a migliaia di italiani morti e costretti a lasciare la loro terra per la sola colpa di essere italiani e di non volersi assoggettare all’ideologia comunista. La verità e la cultura sono strumenti potentissimi per sconfiggere quel pericoloso sentimento che è l’odio. Ripartiamo dalle scuole e dai ragazzi, da quelle generazioni che prenderanno in mano le redini della società e che sicuramente faranno tesoro di un bagaglio storico e culturale completo. Per non dimenticare”.