FOLLONICA – Chiedono l’aiuto del sindaco, Massimo Cini e Monica Pippia, genitori di una bambina di 3 anni e mezzo, che sta frequentando «il primo anno della scuola materna “Campi Alti” dopo aver frequentato regolarmente un asilo nido privato».
«Le scriviamo per metterla a conoscenza di un problema su cui chiediamo anche a lei e al suo gruppo politico una seria riflessione – affermano Cini e Pippia -. Ci riferiamo alla proposta di legge Regionale sulle vaccinazioni. Sgombriamo il campo dagli equivoci: nessuno è contrario alle vaccinazioni! Ma il punto è un altro. In Italia i vaccini obbligatori sono quattro: per la prevenzione del Tetano, Epatite B, Difterite, e poliomielite. La Regione Toscana sta chiedendo al Consiglio Regionale di approvare una legge che imponga ai genitori di vaccinare i propri figli non solo con i quattro obbligatori ma anche con quelli non obbligatori ma solo raccomandati. In caso contrario il bambino non potrà accedere ai servizi scolatici di nido e scuola dell’infanzia».
«E una proposta di legge che lede i diritti dei bambini! L’unico risultato che la Regione otterrà sarà un’esclusione di massa di bambini dal processo educativo e sociale con gravi danni per loro e le loro famiglia. Con questa proposta di legge si prosegue nell’errore di non ascoltare i genitori che hanno difficoltà a far vaccinare i propri figli. La proposta di legge lede il diritto dei bambini alla scuola ed alla socializzazione. Si motiva la coercizione con un senso di responsabilità sociale. Se ci sono bambini immunodepressi in classe, i non vaccinati potrebbero essere un pericolo. Questa teoria, oltre a ghettizzare i bambini considerandoli dei piccoli untori, non tiene conto che lo stesso obbligo di 13 vaccinazioni non vige per tutto il personale docente e non docente che, in caso di presenza di bambino immunodepresso, risulterebbero possibile veicolo di contagio (basti pensare a quanti adulti non sono vaccinati per varicella o morbillo per esempio). I bambini già iscritti al primo o secondo anno di scuola dell’infanzia potrebbero essere comunque esclusi dalla scuola anche se i genitori li volessero mettere “in regola”. Tra l’approvazione della legge e l’inizio dell’anno scolastico intercorrerebbero solo sei mesi. Un tempo troppo breve – concludono – per 13 vaccinazioni ed i richiami».