ARCIDOSSO – «Le dichiarazioni della consigliera Amati non solo sono false ma sono del tutto irresponsabili perché alimentano un clima di tensione che non fa bene alla pacifica convivenza della nostra comunità». Il sindaco di Arcidosso Jacopo Marini risponde alla consigliera comunale Guendalina Amati sul tema dei migranti. «In primo luogo la scelta di dare accoglienza nel nostro comune ai migranti non è stata unilaterale ma condivisa con il prefetto, massima autorità di sicurezza del territorio che, non più tardi di lunedì a una riunione con i sindaci dell’Amiata svoltasi in prefettura, ha chiesto un’assunzione di responsabilità da parte di tutti per far fronte a un’emergenza che si sta verificando proprio in queste ore sul territorio provinciale».
«Come comune di Arcidosso abbiamo offerto la nostra disponibilità indicando alcune soluzioni logistiche alla Prefettura, tra cui, non unica, la struttura di Zancona – prosegue Marini -. Di questo la sera stessa a margine del consiglio comunale abbiamo informato la minoranza, chiedendo loro anche un contributo rispetto all’individuazione di altre soluzioni logistiche in quanto non vi era nulla di definitivo. Così facendo abbiamo dimostrato massimo rispetto della minoranza cercando di condividere una decisione delicata. La risposta, elegante ed equilibrata, della consigliera Amati è stata quella di scatenare la solita giornalata e di aizzare gli animi di alcuni residenti in Zancona, benché non fosse stata presa ancora nessuna decisione definitiva».
«Quindi non è vero che ho preso questa decisione da solo, visto che ho condiviso tutto non solo con il prefetto e il gruppo di maggioranza, ma con la minoranza stessa a poche ore dalla comunicazione del prefetto. Inoltre Amati dice che io volevo collocare questi migranti in mezzo ai boschi, ma omette di dire che lei ha proposto di collocarli, tutti testimoni i consiglieri, in località Capenti, oppure in località Aiole, o in località Fornaci, quindi in luoghi non propriamente centrali – continua -. Forse l’unico scopo della consigliera non era quello di garantire a questi migranti una collocazione più centrale per permettere loro una maggiore socializzazione, bensì averli più lontano possibile dalla sua abitazione di residenza che si trova proprio alla Zancona a pochi passi dalla struttura individuata».
«L’individuazione della struttura della Zancona che, ripeto, non è stata l’unica proposta durante il sopralluogo con la prefettura, era legata al fatto che tale abitazione aveva una vocazione sociale in quanto rientrava in un progetto regionale di affitti a canone agevolato per famiglie svantaggiate, tant’è che aveva già ospitato in passato alcune famiglie di extracomunitari. Soluzioni logistiche nel centro del paese non sono state possibili per mancanza di strutture. Avevamo pensato alla canonica di San Leonardo che attualmente però non ha l’abitabilità e necessita di interventi importanti».
«È stato proposto in modo del tutto scellerato anche il Palazzone, cosa questa che avrebbe non solo bloccato definitivamente ogni possibilità di rilancio di quella struttura, ma avrebbe potuto esporci al rischio di metterci nelle condizioni di ospitare con il tempo un numero sempre maggiore di migranti vista la sua straordinaria capienza. Non abbiamo quindi pensato a soluzioni decentrate perché “ci vergogniamo” dei ragazzi richiedenti asilo come qualcuno ha sostenuto in maniera miserabile. Se provo vergogna è per alcuni miei concittadini che non perdono occasione di strumentalizzare e mistificare la realtà, cavalcando le paure della gente, esclusivamente per interessi personali e per ottenere un po’ di visibilità. Ed è ancor più grave che ciò avvenga da parte dei rappresentanti delle istituzioni. Noi abbiamo solo dato responsabilmente la nostra disponibilità per far fronte a un’emergenza che è nazionale. A questo punto – conclude – la decisione finale comunque spetterà al prefetto».