GROSSETO – Si avvicina la ricorrenza del primo mese dalla morte di Otello Lipparini.
Il 30 dicembre scorso se n’è andato uno degli imprenditori più conosciuti di Grosseto. Con il suo lavoro ha aiutato la Maremma a crescere dal difficile periodo del Dopoguerra e ad uscire dall’isolazionismo che voleva relegare Grosseto a semplice capoluogo di un territorio agricolo aspro e difficile, creando lavoro, ricchezza ed esempio di fervore e laboriosità per le nuove generazioni.
Otello Lipparini era nato a Cortona il 15 gennaio del 1928, non ancora ventenne decise di arrivare dalla Val di Chiana in Maremma per crearsi il futuro a cui aspirava; i grandi spazi delle terre maremmane ispiravano gli uomini che erano cresciuti nell’amore per la terra e che intravedevano nel dopoguerra le prospettive di un paese in crescita.
Nel 1948 Otello costruì a Grosseto la sua prima casa, pronta nel 1950 quando avrebbe sposato la giovanissima Marisa, di Torrita di Siena, compagna per tutta la vita, con cui Otello ha condiviso speranze, progetti, lavoro e naturalmente la famiglia che sarà allietata da tre figli. Appena sposata, la giovane coppia si stabilisce in Maremma e inizia la propria vita operosa. Il rapporto profondo e antico con la terra, la fierezza del lavoro e delle prospettive future, la fiducia nel futuro e nelle proprie forze, porteranno Otello a scegliere la produzione del vino.
In origine agricoltori, i Lipparini creano così un’azienda di vini intuendo che i nostri terreni potevano produrre uve e vini di qualità e stabilendo legami con altre produzioni del territorio italiano, dal Chianti al Lambrusco. Il primo magazzino fu creato in via Cesare Battisti con un ingresso anche in piazza dei Lavatoi, proprio quei lavatoi disgraziatamente scomparsi. Il lavoro costante, la capacità dirigenziale e la collaborazione della moglie e dei fratelli, il coraggio e l’abilità nel rispondere alle esigenze di una clientela che diventava sempre più varia e diffusa nel territorio aprirono nuove prospettive all’azienda.
Otello acquistò nuovi mezzi e costruì un nuovo magazzino moderno e spazioso, in Via delle Brigate Partigiane, più adatto ad ospitare i nuovi macchinari e le moderne vasche per i vini che giungevano in azienda, le grandi botti di rovere, le damigiane, le bottiglie e i fiaschi, oggi giustamente oggetti di culto. L’azienda disponeva di vini di diverse tipologie, era dinamica ed investiva anche in pubblicità per far conoscere i propri prodotti, tanto da espandersi ben oltre la regione sul territorio italiano, dalla Lombardia alla Liguria, Lazio, Umbria, Marche, ma ecco che nel pieno dello sviluppo arriva, nel 1966, la tragedia dell’alluvione: l’Ombrone straripa e con quattro metri d’acqua sommergerà per giorni il magazzino distruggendo tutto e rendendo inutilizzabili i mezzi di trasporto, le infiascatrici, le etichettatrici, tutte le macchine acquistate con sacrifici e lavoro; la distruzione fu enorme, ma i Lipparini si rimboccarono le maniche e riuscirono a riaprire l’azienda.
Otello seppe generare fiducia e seppe ancora una volta condurre per altri 30 anni la propria creazione di imprenditore coraggioso, di uomo onesto e fiero, delle proprie competenze e del proprio attaccamento alla terra e al significato che un prodotto della terra italiana come il vino poteva avere.
Tutti i grossetani ricordano il profumo dei vini che aleggiava intorno ai magazzini di via Brigate Partigiane e la bella insegna che campeggiava all’ingresso in via Carlo Pisacane: “Vinicola Fratelli Lipparini”, i camion che partivano al mattino carichi di damigiane, fiaschi, cestelli di bottiglie. Le vetrine affacciate sulla strada che mostravano le belle stive di fiaschi e il lavoro alacre che costruiva tutto questo. L’azienda si spostò poi sui terreni di Lago Boccio dove il vigneto forniva parte della produzione seguita con amore e competenza dalla vite alla bottiglia.
Con Otello ci lascia un uomo che ha dato lustro alla Maremma, che aveva scelto la Maremma come terra promessa, che alla Maremma aveva dato ricchezza contribuendo a diffondere l’idea del lavoro appassionato che trasforma i prodotti della terra in nettare per l’uomo e che la terra rispetta. In molti ricordano la stretta di mano sicura e lo sguardo fiero e limpido di chi dà un valore certo alla propria parola. Rendiamo omaggio a Otello Lipparini: sono questi gli uomini veri che hanno costruito l’Italia. Otello avrebbe compiuto 89 anni il 15 gennaio, se ne è andato un mese fa, il 30 dicembre 2016, senza mai smettere di fare progetti, di proporre idee, come era nel suo stile.
Il 2 dicembre 2015 Otello e Marisa, circondati dall’affetto dei figli Rossana, Mauro e Carlo e dei nipoti avevano celebrato con gioia il traguardo di 65 anni del loro matrimonio e della loro felice unione.