FIRENZE – «Per superare la crisi in cui versa il settore cerealicolo non basta fare squadra, dobbiamo chiudere la filiera ed é necessario che ognuno, istituzioni in testa, ci faciliti al massimo le cose”. Questo in sintesi il messaggio lanciato dal Presidente dell’Organizzazione di Produttori Granai di Toscana Graziano Chelli nel corso del suo intervento al convegno dal titolo ‘Le filiere cerealicole in Toscana: problematiche attuali e prospettive future’, organizzato a Firenze dalla Regione Toscana sulla crisi del settore cerealicolo.
«Come Presidente dell’Organizzazione Produttori ma ancora prima come agricoltore mi dichiaro orgoglioso del mestiere che faccio ma dico con altrettanta chiarezza che nella valorizzazione della tipicità, della qualità e della tracciabilità dei nostri prodotti, che sono gli scopi dichiarati di questo convegno, ci sentiamo abbandonati».
«Siamo alla vigilia di una decisione importante che verrà presa a Bruxelles sull’introduzione nelle nostre etichette dell’origine del grano con cui facciamo la nostra pasta, iniziativa che ovviamente ci trova d’accordo ma che da sola non basta».
«Produrre pasta di qualità nelle attuali condizioni di mercato dove a farla da padrone sono le grandi organizzazioni che impongono prezzi ampiamente inferiori ai costi di produzione – continua Chelli – non é economicamente sostenibile e quindi dobbiamo trovare altre soluzioni».
«Noi abbiamo fatto i nostri passi mettendo attorno ad un tavolo sette direttori di cooperative e creando la nostra organizzazione “Granai di Toscana” ma adesso dobbiamo fare un passo ulteriore per chiudere la filiera e sperare così di diventare competitivi potendo puntare sulla qualità: creare un nostro pastificio che ci permetta di raggiungere i volumi di produzione che ci servono».
«In altri settori – conclude Chelli – come il vino con le cantine sociali o il formaggio con i caseifici sociali, questi risultato si é riusciti a raggiungerlo con un impatto molto positivo, non si capisce perché non lo si sia raggiunto anche nel settore della produzione della pasta. Dobbiamo mettere via gli stupidi campanilismi che hanno diviso fino ad ora il nostro settore ma é altrettanto fondamentale che le istituzioni ci spianino la strada e lo facciano anche in fretta, il tempo é scaduto».