GROSSETO – Botta e risposta tra Marco Di Giacopo, consigliere comunale del Pd, e Francesco Mori, presidente della Fondazione Grosseto Cultura.
“La cultura, in ogni sua forma ed espressione, è il migliore antidoto alla non curanza, alla rabbia sterile verso le istituzioni, all’analfabetismo civile e amministrativo – scrive Di Giacopo – A Grosseto lo spazio per la cultura sta diminuendo settimana dopo settimana: la scelta di eliminare la Città visibile, ne è un esempio. Ho aspettato un po’ di tempo dall’insediamento del nuovo presidente di Fondazione Grosseto Cultura, ma niente, neanche lui come il suo predecessore, anche se giustificato forse da un mandato ben poco glorioso, si è ricordato dell’esistenza di Grosseto Cultura under 30”.
“Un gruppo di circa trenta giovani, poco più che ventenni, tenuti insieme dalla sola voglia di far crescere l’offerta culturale nella nostra città, un esperimento ben riuscito come è stato dimostrato dall’evento Primaveravolta e che potrebbe proseguire continuando ad essere la spalla della Fondazione. Ma, alla luce di questo silenzio che dura da mesi e, soprattutto, delle dichiarazioni e delle scelte fatte finora mi chiedo: cosa ne sarà di Grosseto Cultura under 30? Chiedo al presidente Mori di rompere questo silenzio e dirci cosa intende fare”.
“Amici di Fondazione Grosseto Cultura under 30, questi due mesi trascorsi dal mio insediamento sono stati frenetici – risponde il presidente Mori – Sì, non ho avuto ancora il piacere di incontrarvi vista la gran quantità di impegni necessari a prendere possesso degli strumenti tecnici e burocratici della Fondazione.
Me ne dispiace. Tuttavia mi aspettavo sinceramente almeno il sollecito di un incontro personale, prima di dovermi ritrovare a relazionarmi con voi mediante una replica sulla carta stampata. Non so se Marco Di Giacopo parli a nome suo o dell’intero gruppo, risponderò tuttavia alle sue osservazioni”.
“Innanzitutto – scrive Mori – lei si dice contrariato dall’abolizione della Città Visibile. Non so se le hanno riferito che questa iniziativa non è stata cancellata, ma semplicemente biennalizzata. Quest’anno sarà invece presentata una bellissima mostra a cui il vostro gruppo potrà dare una mano, ad esempio, per ciò che concerne l’allestimento e la divulgazione. Sarà un’occasione importante per avvicinare i giovani ad altri giovanissimi artisti, quasi coetanei, che con fatica, studio e amore per la grande lezione dell’arte dei secoli d’oro della civiltà italiana, hanno saputo produrre opere contemporanee di assoluta eccellenza”.
“Voi potrete organizzare attività didattiche e visite guidate per far sì che questa città, da sempre aperta al vento e ai forestieri, riceva da questi ospiti degli stimoli importanti per la propria evoluzione culturale – aggiunge il presidente di Grosseto Cultura – Inoltre, per la rievocazione medievale in programma dopo l’estate, un vero cantiere di archeologia sperimentale, le vostre energie sapranno dare sicuramente un tocco di entusiasmo giovanile a questa iniziativa. Volevo anche ricordarle che quest’anno il numero dei corsi, offerti dalle strutture di Fondazione Grosseto Cultura soprattutto per i giovani, è aumentato includendo eventi legati all’illustrazione professionale, alla fotografia, alla musica, alle scienze naturali, al disegno naturalistico e alla calligrafia. Questi alcuni spunti per continuare ad essere la spalla della Fondazione”.
“Da giovani uomini e donne, quali siete – spiega Mori – non arrestate però la vostra creatività se, per varie ragioni, non vi vengono concesse le risorse finanziarie che ritenete un vostro diritto acquisito. Anche in mancanza di mezzi, l’amore per la cultura non si arresta, crea, analizza, elabora e infine genera poesie, quadri, musica, testi letterari. Sicuramente ne avrete elaborati in questo periodo. Sono desideroso di vederne i frutti e insieme decideremo, sulla base di criteri di qualità e in armonia con le linee programmatiche della Fondazione, se c’è qualcosa che merita di essere valorizzato e supportato. Ve lo dice una persona che non ha mai
detto: “non sono arrivato a fare quello che volevo perché non mi hanno dato abbastanza” ma è sempre andato dicendosi: “non sono ancora arrivato dove volevo perché non ho ancora dato abbastanza”. Soffitte adattate a studi improvvisati, sistemazioni di fortuna in città lontane, i soldi risparmiati per le lezioni dei maestri migliori: sono questi i ricordi degli anni in cui avveniva la mia formazione e forse sono quelli che ho più cari. Con questo non voglio declinare le vostre richieste, ma spronarvi a non cullarvi sull’idea, ormai dominante, che se i ragazzi sono affetti dal cosiddetto “disagio giovanile” è sempre colpa di qualcun’altro. Rimbocchiamoci le maniche e a presto”.