GROSSETO – L’onorevole Luca Sani, presidente della XIII commissione Agricoltura, ha presentato un’interrogazione al ministero dell’Ambiente per chiedere delucidazioni rispetto all’episodio di autocombustione verificatosi martedì 17 gennaio nei pressi della frazione di San Martino, alla periferia est di Grosseto.
«Quello che è successo con l’autocombustione del ”biodigestato” sparso nei campi come ammendante agricolo – spiega Luca Sani – merita un approfondimento tecnico/scientifico per scongiurare episodi simili in futuro, evitando così disagi o rischi per le persone. Non è il caso di essere allarmisti, ma di trovare soluzioni che evitino in futuro fenomeni di autocombustione come quello verificatosi nelle campagne di San Martino. Le attività produttive che utilizzano i biodigestori anaerobici devono continuare a svolgere la loro funzione, ma al tempo stesso occorre fare un “tagliando” a questo tipo d’impianti, rispetto allo piena sostenibilità ambientale e all’impiego di biomasse che non provengano da colture strettamente irrigue. In questo senso la Camera dei deputati, proprio in questi giorni sta esaminando uno schema di Decreto legislativo relativo ai biocombustibili. Con questo spirito ho depositato un’interrogazione al ministero dell’Ambiente, chiedendo di conoscerei risultati degli approfondimenti tecnico/scientifici».
TESTO INTERROGAZIONE
Il 17 gennaio 2017, nel comune di Grosseto, si è verificato un incendio cha ha coinvolto un terreno adiacente ad un impianto a biogas. Il materiale ha bruciato per ore in un campo producendo molto fumo che, trasportato dal vento, si è esteso anche alle arterie viarie limitrofe ed agli edifici della zona tra cui l’ospedale. Molti cittadini si sono rivolti al Pronto soccorso accusando fastidi alla vista proprio a causa del fumo intenso;
sul luogo dell’incendio sono intervenuti le forze di polizia ed i vigili del fuoco e successivamente anche il personale della Asl e dell’Arpat (l’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Toscana);
secondo una prima ricostruzione il rogo sarebbe stato generato dalla combustione del residuo della lavorazione del biodigestato prodotto dai vicini impianti industriali a biogas;
la difficoltà nello spegnere l’incendio sarebbero state causate dalla profondità della combustione avvenuta a circa 20 centimetri di profondità;
il biodigestato è un sottoprodotto del processo della digestione anaerobica ed un materiale ricco di elementi nutritivi particolarmente adatto alla crescita delle piante;
la centrale a biogas viene infatti alimentata da materiale in parte di origine vegetale, come mais, grano, e in parte derivato da deiezioni animali, come la pollina, concime organico proveniente dagli allevamenti avicoli. Il materiale residuo che non viene digerito dall’impianto per la produzione di biogas è ricco di azoto e viene utilizzato come concime nei campi, dove viene amalgamato al terreno;
ha destato particolari perplessità il fatto che il fuoco sarebbe quindi divampato, per cause ancora sconosciute, in un campo fertilizzato con concime naturale;
sarà l’Arpat l’organo preposto per verificare la documentazione delle varie fasi di lavorazione fornita dalla società produttrice del materiale bruciato.
Se il ministero competente abbia ulteriori informazioni sulle cause che hanno prodotto l’incendio citato in premessa;
quali siano i risultati delle analisi condotte dagli organismi preposti sul biodigestato bruciato;
quali eventuali iniziative intenda assumere per prevenire o contrastare tali fenomeni.