GROSSETO – Prosegue il percorso di regolamentazione dello sfruttamento dell’energia geotermica con l’approvazione in commissione Ambiente della proposta di risoluzione che prevede l’introduzione del principio delle cosiddette delle aree non idonee, ovvero l’individuazione di zone ben delimitate riconosciute come non adatte ad ospitare centrali.
“Oggi l’auspicio che avevo espresso solo pochi mesi, alla luce della modifica alla legge regionale che riconosce il ruolo attivo dei Comuni nei procedimenti di autorizzazione dei permessi di ricerca, diventa reale – commenta Leonardo Marras, capogruppo Pd Regione Toscana –. La norma licenziata questa mattina dalla commissione Ambiente interviene sul secondo step, quello della realizzazione delle centrali, introducendo il principio delle aree non idonee in coerenza con la priorità della tutela del paesaggio e delle aree delle produzioni agricole locali di pregio. Si tratta di una misura importante per la nostra regione, ma soprattutto di una risposta chiara e concreta al territorio della provincia di Grosseto dove la preoccupazione per il dilagante numero di permessi di ricerca è crescente e diffusa tra cittadini e istituzioni; riguardo a questo abbiamo chiesto alla giunta di dare priorità nel coinvolgimento dei comuni a quelli attualmente oggetto di concessioni di coltivazione, di permessi di ricerca rilasciati o che potranno rientrare nella zonazione del territorio italiano allo studio del Governo.
Dall’inizio del mio mandato ho lavorato affinché la normativa regionale sull’energia fosse arricchita di specifiche norme anche per la gestione della risorsa geotermia e mi sono impegnato a fianco dei sindaci per la salvaguardia delle diverse realtà, oggi posso dire che presto avremo a disposizione uno strumento in più per tutelare il territorio e scegliere la via dello sviluppo”.
La proposta di risoluzione impegna la Giunta regionale ad elaborare le linee guida per la definizione delle aree non idonee partendo dai vincoli paesaggistici ed ambientali presenti sul territorio e dalla presenza di produzioni agricole di pregio, così come previsto nel Paer (Piano Ambientale ed Energetico Regionale) per gli impianti eolici, a biomasse e fotovoltaico. E, sulla base delle linee guida e con il coinvolgimento dei Comuni interessati, all’approvazione di una zonazione delle aree non idonee alla installazione di impianti di produzione di energia geotermica.
“La risoluzione della Quarta Commissione, approvata nella seduta di oggi, è un ulteriore tappa di un percorso intrapreso fin da inizio legislatura, con l’obiettivo di regolamentare al meglio lo sfruttamento dell’energia geotermica, a partire dalla centralità della tutela del paesaggio e del tessuto economico. – spiega Stefano Baccelli, presidente commissione Ambiente e territorio – Impegniamo così la Giunta regionale a introdurre un principio fondamentale, quello del riconoscimento delle aree non idonee, sempre in coerenza con il rispetto dell’ambiente e delle produzioni locali, nonché a favorire l’applicazione delle migliori tecnologie al momento disponibili per gli impianti, il tutto lavorando di concerto con la Commissione, che è disponibile a un confronto aperto e costante. Un concetto primario ci guida, in sostanza, quello dello sviluppo sostenibile. Come Commissione abbiamo affrontato la materia in modo approfondito, con le audizioni di tutti i soggetti interessati e anche con sopralluoghi per prendere al meglio cognizione delle caratteristiche territoriali e imprenditoriali di queste aree; primario e fondamentale l’ascolto dei sindaci, portatori delle esigenze delle loro comunità. Importante l’aver approvato questo atto all’unanimità, dimostrazione di un lavoro condiviso e collegiale tra forze politiche con l’obiettivo di normare il settore geotermico”.
“È importante sottolineare – concludono i consiglieri – che questa risoluzione è frutto di un percorso largamente condiviso con i sindaci del territorio e con gli uffici della giunta regionale, un lavoro congiunto che tiene conto di tutte le istanze per il raggiungimento di un obiettivo comune”.