ROCCASTRADA – «Alle richieste di sapere quanti migranti sono ospitati nel comune di Roccastrada, la Prefettura conferma 67 migranti, il comune ne conferma 75. I due soggetti istituzionali che rappresentano lo Stato e i cittadini del territorio, forniscono due numeri diversi palesemente contrastanti». Il comitato insieme per Roccastrada parla della situazione migranti nel comune. «Gli stessi soggetti non accennano in alcun modo che contemporaneamente alle loro risposte, si stavano insediando nel territorio comunale altri “migranti”, e qualcuno stava adeguando alcuni appartamenti nel centro della frazione di Ribolla, per adibirli ad ulteriori collocazioni. Tale lacuna a nostro avviso nuoce gravemente alla credibilità di chi dovrebbe in modo trasparente adeguarsi, e far rispettare le decisioni in materia di migrazione stabilite dal Governo e sottoscritte dai comuni attraverso l’A.N.C.I.».
«Il nostro rispetto per chi rappresenta lo Stato e i cittadini nei vari territori ci fa pensare a una svista – proseguono Moreno Bellettini e Simonetta Baccetti di Insieme per Roccastrada -, di conseguenza veniamo nuovamente a fare alcune domande, questa volta pubblicamente: quanti sono effettivamente i cosiddetti “migranti” collocati nel comune di Roccastrada e quali sono gli enti gestori e se è veritiera la decisione di collocare ulteriori “migranti? La Prefettura ha intenzione di applicare quanto previsto dagli accordi in essere, ed assegnare ad ogni comune 2,5 migranti ogni 1000 abitanti? Il sindaco Limatola ha intenzione di intervenire per far cessare l’afflusso di “migranti” e di adoperarsi per fare rientrare le presenze nei parametri dell’accordo?».
«A fronte delle nostre domande ricordiamo che nella nostra provincia ci sono ancora 20 comuni su 28 che non hanno accolto nessun migrante, alla faccia dell’accoglienza diffusa sbandierata dal PD e dal governatore della Toscana Rossi. Chiediamo e auspichiamo che il comune di Roccastrada sia escluso da ulteriori insediamenti, ribadendo nuovamente che i cosiddetti “migranti” non aventi diritto alla protezione internazionale – concludono Baccetti e Bellettini -, devono essere espulsi e rimandati nei loro paesi di origine».