GROSSETO – Grosseto contro l’autostrada. Almeno contro il tracciato proposto da Sat di cui da giorni si discute in Maremm e non solo. Sono tanti i punti giudicati inaccettabili, criticità che hanno convinto il Comune di Grosseto, guidato Antonfrancesco Vivarelli Colonna a bocciare la proposta di realizzazione della Tirrenica. Una decisione netta è importante che il sindaco e la sua amministrazione hanno voluto condividere con la cittadinanza con una seduta aperta e straordinaria del consiglio comunale.
«Io e la mia amministrazione – ha detto Vivarelli Colonna aprendo i lavori del consiglio – non vogliamo assolutamente che la nostra terra diventi una riserva indiana. Qualcuno forse lo crede e ha fatto di tutto per farsi dire no. Noi basandoci su una analisi approfondita del tracciato dei lotti che sono stati presentati da Sat, non potevamo non dire no perché sono veramente molte le criticità. Talmente tanti da farci dire un no convinto e netto».
Presenti al consiglio comunale insieme ad una cinquantina di cittadini, i rappresentanti delle isituzioni del territorio tra cui i sindaci di Magliano in Toscana Diego Cinelli, di Orbetello Andrea Casamenti, di Capalbio Luigi Bellumori, il presidente della Camera di commercio Riccardo Breda, il presidente del Parco della Maremma Lucia Venturi, i presidenti delle associazioni di categoria, Confartigianato, Cna, Confesercenti, Confcommercio, Cnfindustria e Ance, Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente.
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Ecco i punti presentati nella relazione del sindaco
LOTTO 4 tratto GROSSETO SUD – FONTEBLANDA
• Manca una uscita dedicata verso il parco per i veicoli in transito verso sud.
• Flusso indotto sulla viabilità ordinaria che viene gravata dal traffico locale in modo strutturale e permanente in quanto l’autostrada non permette uscite prima di Fonteblanda in direzione sud;
• La nuova barriera di esazione posta a nord dell’uscita della S.S. 1 Grosseto sud determina un eccessivo impatto paesaggistico sulle colline di Grancia e determina un naturale travaso di traffico sulla viabilità ordinaria urbana che, per evitare il pagamento del pedaggio, uscirà prima per raggiungere le destinazioni nel capoluogo, attraversando tutta la città o bypassando la barriera e rientrando ai successivi svincoli se deve proseguire sull’autostrada o sulle 4 corsie;
• Il tracciato costituisce barriera per tutta la viabilità locale, sul lato dove non è presente la complanare come per la strada di Vallemaggiore, il tracciato “sbatte” contro l’autostrada, lasciando a percorsi disagiati e lunghi il compito di collegamento al capoluogo.
• Gli Studi sul traffico ed ambientali redatti allegati al progetto, risultano incompleti e non adeguati all’importanza dell’opera;
• Mancano completamente gli studi di traffico sulla viabilità ordinaria, in particolare su quella del capoluogo e degli altri centri urbani;
• Manca una analisi dell’incidentalità che dimostri l’efficacia del progetto;
• Viene prodotto un notevole traffico indotto sul capoluogo dalla posizione della barriera di esazione Grosseto sud, oltre che dalla presenza dell’Autostrada, e dalla mancanza di uscite nei territori a sud di Grosseto
• Vengono prodotti notevoli incrementi dell’inquinamento nel centro abitato di Grosseto e negli altri centri urbani non valutati nello studio di impatto ambientale.
• Le complanari hanno sezione limitata e tracciato non idoneo ai flussi di traffico delle zone costiere;
• Le complanari risultano altamente pericolose per il tracciato e per le sezioni limitate (addirittura 5 e 4 metri e non asfaltate), incapaci di sopportare pubblico transito; la Provincia di Grosseto ha da sempre sostenuto che le complanari debbano essere di complessivi 10,50 metri, con adeguata continuità fisica e geometrica per: gli spostamenti locali, il TPL, i mezzi di soccorso e quelli delle attività agricole;
• Manca completamente lo studio di traffico delle complanari stesse, che garantisca la sicurezza e la fluidità della circolazione stradale, del traffico e dei collegamenti in entrata e in uscita dai centri abitati sulla viabilità Provinciale e Comunale da Grosseto Sud fino a Ansedonia;
• Manca completamente uno studio della incidentalità globale per tutte le infrastrutture realizzate e quelle esistenti a supporto del traffico indotto che dimostri la pubblica utilità dell’intervento in termini di costi – benefici;
• Manca una analisi di sostenibilità per la mobilità ciclistica, e pedonale che verifichi l’integrazione del progetto alle previsioni di mobilità sostenibile esistente e prevista nel territorio;
• Mancano considerazioni sul Cantiere e Campo Base nella Strada del Mulinaccio -Area Contigua al Parco della Maremma: notevole impegno di suolo e – una volta dismesso – resta una complanare disagevole e non lineare; carenza di studi sugli effetti indotti per inquinamento: luminoso e sonoro (per movimentazione macchinari, produzione di asfalti, calcestruzzi ) e depositi carburante;
• Mancano adeguate verifiche idrauliche all’altezza della Barriera di Esazione di Fonteblanda, in un’area soggetta a frequenti esondazioni; questo tratto in rilevato, finalizzato alla messa in autosicurezza, potrebbe invece incrementare la pericolosità idraulica nelle aree agricole circostanti con presenza di insediamenti rurali.
LOTTO 5 B tratto FONTEBLANDA – ANSEDONIA
(in questo caso l’Autostrada si discosta in gran parte dall’Aurelia all’altezza di Fonteblanda fino a Orbetello Scalo per le interferenze con i centri abitati e si snoda in affiancamento alla Ferrovia)
• Manca anche in questo tratto -e per l’intero lotto- adeguata viabilità complanare, prevista con solo adeguamento della viabilità esistente e nuovi tratti o svincoli con sezioni inadeguate (sempre di 7mt., 5mt. o addirittura 4 mt.), inidonea a costituire una viabilità pubblica a scorrimento veloce e gratuita in alternativa all’Autostrada;
• Inadeguati e indiretti collegamenti con la rete dei Porti e con i centri abitati e turistici di: Orbetello, Monte Argentario, Isola del Giglio, Ansedonia, le coste e i litorali di notevole interesse (tomboli Osa-Albegna, Giannella e Feniglia);
• La barriera di esazione a Fonteblanda determina eccessivo impatto paesaggistico assieme al nuovo Cavalcavia previsto sulla sommità della collina;
•Mancano studi e verifiche idrauliche e geotecniche sulle opere previste (prima di Fonteblanda) sia per l’intervento di adeguamento del Canale Allacciante Orientale che di parte del reticolo idraulico intercettato dalla Autostrada;
• A Fonteblanda il tracciato impedisce le future espansioni urbanistico-insediative dell’area produttiva, dedicata sopratutto alla cantieristica navale per il porto di Talamone;
• Carenza di approfondimenti sulle aree di alimentazione delle acque Termali dell’Osa (serbatoio con protezione ambientale);
• Rilevante impatto paesaggistico del viadotto autostradale previsto in affiancamento alla Ferrovia, che attraversa il Fiume Albegna e la piana alluvionale di Albinia (altezza11 mt.), posto in aderenza alla frazione e relative aree produttive; preclude lo sviluppo urbanistico nell’ambito territoriale strategico della provincia (a servizio dell’intera zona sud per l’agroalimentare e la cantieristica navale);
• Carenza di un adeguato studio idraulico tra il Torrente Osa e il Fiume Albegna, laddove il tracciato si sviluppa in affiancamento alla Ferrovia (mancato rispetto della fascia di 30 mt.);
• Carenza di analisi e verifiche nell’ambito del Guinzone – Le Topaie (area a pericolosità idraulica molto elevata) dove l’Autostrada sia in rilevato che in affiancamento alla Ferrovia, insiste su un fitto reticolo idraulico; si determina minore permeabilità ai flussi idraulici in fase di esondazione;
• Compromissione degli assetti agricolo-rurali e paesistico-ambientali, caratteristici del mosaico di appoderamento delle bonifiche; criticità per lo sviluppo delle colture agrarie con conseguenze di frazionamento e/o possibile soppressione di alcune aziende medio-piccole;
• Mancato rispetto della fascia ferroviaria di 30 mt. a Campolungo con interferenza urbanistico-territoriale ed economico-sociale delle attività artigianali e commerciali: occupazione di parcheggi, piazzali ed accessi fondamentali per lo stoccaggio, manovra e lavorazione esterna delle merci; demolizione delle fognature, illuminazione pubbliche, verde e viabilità pubblica con perdita degli standard urbanistici (declassamento produttivo);
• Forte impatto naturalistico-ambientale della Laguna di Orbetello soggetta a vincolo paesaggistico, nonché Zona Umida di valore internazionale, Riserva Naturale, Sito di Importanza Comunitaria, Zona a Protezione Speciale;
• Forte Congestione (con possibili fenomeni di inquinamento) nella fascia compresa tra la Laguna e il Massiccio calcareo tra l’attuale cavalcavia dell’Aurelia, la Ferrovia e lo svincolo di Ansedonia, per la costituzione di una forte strettoia (“imbuto”) in un’area fortemente urbanizzata, costituita da: insediamento residenziale-produttivo 4 Strade, zona artigianale di Campolungo, area residenziale Vigna Murata, Orbetello Scalo, area produttiva Sipe Nobel, insediamento residenziale e turistico-ricettivo La Provinca;
• Mancano studi ambientali approfonditi ad Orbetello Scalo per l’attraversamento dei Siti inquinati delle aree produttive Ex Sitoco e Sipe Nobel: possibili interferenze con le falde acquifere e relative terre di scavo;
• La galleria artificiale (lunga 490 mt.) non risulta sufficiente a risolvere le criticità ambientali di inquinamento acustico, atmosferico e luminoso sul contesto urbano sparso di Vigna Murata e di Orbetello Scalo;
• Previsione sopra la galleria anche di rotatoria di collegamento con la viabilità locale: Una complanare che si collega alla Stazione (di 5 mt.) e due rampe di accesso in uscita per le provenienze da e per Roma;
• La sovrapposizione dell’Aurelia con l’Autostrada qui comporta: – la demolizione dei fabbricati presenti (di valore storico-documentale) tra le due carreggiate dell’Aurelia – la realizzazione di barriere antirumore di altezza 7 mt. con rilevante impatto paesaggistico-visivo;
• Carenza di assicurazioni idrogeologiche sulla protezione degli acquiferi del sottosuolo per possibili interferenze, almeno nel tratto in sotterraneo (analisi ancora in corso!), in un contesto idrogeologico complesso e di elevata sensibilità;
• Carenza di studi idrogeologici sugli approvvigionamenti idrici potabili e produttivi (pozzi rete acquedottistica e impianti itticoltura) oltre che dell’eco-sistema Laguna di Orbetello.