GROSSETO – Eccezionale intervento di chirurgia robotica urologica, nelle settimane scorse, all’ospedale di Grosseto, dove l’equipe del dottor Valerio Pizzuti, responsabile dell’Urologia del Misericordia, ha eseguito l’asportazione e la ricostruzione della vescica, interamente con il nuovo robot Da Vinci Xi, su un paziente con tumore.
L’Urologia di Grosseto, peraltro, è stata un pioniere in questo tipo di intervento. Il primo è stato eseguito nel 2009 e, ancora oggi, i centri italiani che sfruttano i vantaggi della chirurgia robotica in questo campo sono pochi, sia per quanto riguarda la rimozione che, soprattutto, la ricostruzione della vescica con il robot.
“Il nuovo Da Vinci utilizzato a Grosseto da settembre 2016 – spiega Pizzuti – agevola l’urologo in questa procedura molto complessa, grazie agli strumenti più ergonomici di cui è dotato e alle suturatrici robotiche dedicate alla ricostruzione della neovescica, utilizzando un tratto dell’intestino del paziente. La precisione della chirurgia robotica permette di eseguire un’accurata asportazione dei linfonodi, fondamentale per la radicalità oncologica, nonché il massimo mantenimento possibile delle funzioni fisiologiche. Il paziente è stato dimesso ed è in buono stato di salute con ottimo recupero della continenza”.
Il tumore della vescica è una delle patologie oncologiche più frequenti. Rappresenta, infatti, il quarto per incidenza nella popolazione maschile e l’ottavo nella popolazione femminile. I fattori di rischio sono rappresentati dal tabagismo e dall’esposizione a sostanze tossiche, come fumi di catrame e benzene. Se precocemente diagnosticato, tuttavia, il tumore della vescica può essere trattato con interventi in endoscopia, seguiti da terapie oncologiche specifiche. Quando invece il tumore infiltra la parete della vescica è necessario l’intervento di asportazione e, se possibile, di ricostruzione, come avvenuto per il paziente grossetano.
“La Chirurgia robotica – aggiunge Pizzuti – trova molte indicazioni in ambito urologico, come nel tumore della prostata e nei tumori renali. L’asportazione totale della prostata con il robot, pur essendo un intervento di chirurgia maggiore, è diventato di routine assicurando la dimissione in quinta giornata con ottimo recupero delle funzioni fisiologiche. La nuova frontiera della chirurgia robotica – conclude Pizzuti – è rappresentata dalla calcolosi renale complessa”.