ORBETELLO – Balbo sì, Balbo no. La questione della possibile intitolazione di una strada ad Italo Balbo ad Orbetello fa insorgere molti personaggi della sinistra più stacanovista, più proletaria, alcuni dei quali hanno da tempo lottato basandosi su ideali anti fascisti.
Tra questi Alessandra Salvaterra, ex-appartenente a Rifondazione Comunista ad Orbetello ed ex- responsabile sulle rive della Laguna del partito comunista dei Lavoratori che si dichiara « furiosa» per il dibattito che si è scatenato in questi giorni sulla possibilità di rendere un tale onore ad Italo Balbo, che partì per la sua transvolata atlantica proprio dall’Idroscalo: «Come antifascista dire che sono arrabbiata è dir poco – esordisce lei – fin dai tempi in cui sentii parlare di commemorazione degli ottanta anni della trasvolata di Italo Balbo.
Già quell’iniziativa, avvallata dalla precedente amministrazione di centro sinistra, mi lasciò senza parole, perché si commemorava un fascista. Ed oggi, come allora, la rabbia rimale tale perché la nuova amministrazione di centro destra vuole intitolare una piazza o una via a Balbo.
Considero prive di fondamento le motivazioni secondo il quale il riconoscimento sarebbe diretto al Balbo aviatore e non all’esponente del fascismo – continua lei – forse si è dimenticato che negli anni venti Balbo ha guidato lo squadrismo ferrarese, tra i più violenti in Italia, che ha colpito duramente i lavoratori della terra, contadini e braccianti, ha perseguitato gli avversari politici fino alla loro eliminazione fisica, ha cancellato in quella zona tutte le conquiste politiche e sindacali.
Successivamente è stato uno dei maggiori dirigenti del regime fascista. In quegli anni ha fatto la trasvolata atlantica partendo dal parco delle Crociere di Orbetello, ma per me rimane solo un fascista e un periodo brutto da ricordare. Pur non avendo vissuto in quel periodo, posso solo immaginare, ed ancora oggi evito di passare dal parco dove sorgevano gli hangar e ancora vi sono rimasugli storici.
Mi inquieta e intristisce, piuttosto vorrei che si parlasse di più del sangue che ha dovuto pulire la fontanella vicino a quella che in quei tempi era la casa del fascio, vorrei sentire una commemorazione per il compagno Marco Curioni (e tutti gli altri perseguitati) barbaramente fucilato nel cortile sotto gli occhi del figlio. Gli squadristi non contenti lo disseppellirono per decapitarlo dopo la sua morte. Vorrei solo questo o anche il nulla – conclude la Salvaterra – la storia non si cancella e non si aggiusta a piacimento per dare contentini, che sia centro destra o centro sinistra. Io e tutti quelli che la pensano come me combatteremo sempre contro queste ingiustizie. »