GROSSETO – La cantoniera abbandonata di Albinia e il seminterrato di via Tevere, i due intossicati da monossido nella cantoniera in città, e infine, ieri sera, il Garibaldi a fuoco per un pentolino usato per riscaldare la minestra.
C’è una doppia emergenza in provincia di Grosseto: una emergenza causata dal freddo, dalle temperature rigide di queste notti, che spingono barboni, senza tetto e stranieri senza fissa dimora a cercare rifugio dove capita, strutture abbandonate, vecchi capannoni, case cantoniere spesso inagibili e pericolanti. Si tratta di luoghi le cui finestre sono state il più delle volte murate, cosa che però non impedisce a queste persone, abituate ad arrangiarsi, di intrufolarsi all’interno. Una volta dentro si creano giacigli di fortuna, accendono piccoli fuochi per scaldarsi e cuocere qualcosa, a volte si addormentano con la sigaretta accesa.
Questi fuochi incontrollati ben presto diventano incendi, da cui coloro che li ha causati, non sapendo cosa fare, fuggono in fretta. E quello che era un piccolo incendio diventa un rogo. Una emergenza freddo che si sta trasformando in una emergenza sicurezza. I comuni si sono attrezzati come hanno potuto per dare riparo a queste persone «Abbiamo anche aumentato i posti letto» ha ricordato ieri sera l’assessore Fausto Turbanti intervenuto sul luogo dell’incendio dell’ex Garibaldi.
Purtroppo molto spesso sono loro che non vogliono accedere ai dormitori. Qualcuno ha con sé il cane che non vuole abbandonare, altri sono in coppia e non vogliono separarsi dalla compagna per accedere a dormitori femminile e maschili, altri ancora sembrano non voler rientrare in quella società che forse hanno abbandonato volontariamente: restano in strada mettendo a rischio la vita, morire intossicati in un incendio o assiderati per il freddo.
A Orbetello in accordo con il Comune, da questa sera, 12 gennaio, è iniziato il pattugliamento serale e notturno di personale e volontari della Cri cittadina. «Vengono visitate zone dove possono dormire persone all’addiaccio – afferma la Cri – e in caso di necessità supportate, aiutate e trasferite in centri di accoglienza. Il servizio andrà avanti per una ventina di giorni».