GROSSETO – Le osservazioni del Parco della Maremma al progetto autostradale presentato da SAT si basano, in estrema sintesi, su quanto previsto dal Piano del Parco – che riguardo alla localizzazione del corridoio tirrenico, richiede specifiche modalità attuative – e sulle disconnessioni territoriali che il progetto proposto indurrebbe nel complesso e vasto sistema territoriale attraversato.
Il progetto presentato da SAT risulta a tutti gli effetti in netto contrasto con quanto previsto dal Piano del Parco – che rappresenta lo strumento pianificatorio cogente per l’area protetta e che detta linee specifiche per l’area contigua – ma che non è stato nemmeno preso in considerazione.
L’infrastruttura produrrebbe disconnessioni trasversali – per l’effetto barriera – e disconnessioni longitudinali – per l’eliminazione di una viabilità locale sul quale si regge un sistema insediativo policentrico – che producono effetti negativi sensibilmente maggiori rispetto a quelli dichiarati nel progetto, presentato come un adeguamento del tracciato esistente e non come una vera e propria nuova opera come in realtà è, che attraverserebbe l’area protetta e l’area contigua del Parco.
E molte sono le criticità di natura ambientale, sociale ed economica, che caratterizzano il progetto oltre che difetti procedurali legati alla procedura di VIA e alla valutazione d’incidenza (VINCA).
Il progetto – non tiene conto in modo adeguato dell’impatto che la somma dei singoli interventi avranno sia sulla conservazione e tutela degli habitat e lo dimostra ad esempio la Valutazione d’Incidenza che risulta limitata al solo screening delle incidenze, trattando in modo superficiale gli effettivi impatti che l’intera opera avrebbe sul territorio e le conseguenti e necessarie misure di mitigazione e compensazione da attuare. Ma non tiene conto nemmeno degli effetti sullo sviluppo socio economico sostenibile del territorio, a cui, invece, il Parco sta lavorando.
Il progetto di tracciato assieme alla viabilità secondaria, così come proposto, costituisce nei fatti una cesura longitudinale dei sistemi insediativi ed agricoli attualmente sviluppati lungo l’Aurelia e da essa connessi ed è carente nell’individuazione di una organica e funzionale viabilità locale, originando non trascurabili criticità relativamente alla fruizione dell’area protetta e agli spostamenti per chi vi abita e vi lavora. Molte aziende turistiche e agricole ne verrebbero danneggiate con ripercussioni e ricadute negative sull’economia locale ed in contrasto con quanto la stessa Giunta Regionale prevede per le aree parco regionali, chiamate sempre più a conciliare la tutela della natura con uno sviluppo turistico sostenibile
Nel tratto compreso tra Grosseto sud e Fonteblanda, andrebbero a sparire le uscite attuali e per chi proviene da Grosseto, l’unica possibilità di arrivare all’interno del territorio del Parco sarebbe la strada prevista come mobilità secondaria che risulta assolutamente insufficiente ed in contrasto con quanto previsto dalla delibera di Giunta Regionale del novembre 2013, che detta gli “indirizzi per la redazione del progetto definitivo Autostrada A 12 Rosignano – Civitavecchia”.
L’incremento della sezione del corridoio stradale composto dal tracciato vero e proprio, dalle complanari, che in molti tratti corrono adiacenti al tracciato autostradale, dalle opere accessorie e dagli spazi interstiziali, costituisce inoltre un significativo aggravio della cesura trasversale dei sistemi ambientali, ecologici e antropici già presente per l’attuale asse stradale, tra l’area protetta e contigua a monte ed a valle dell’attuale Aurelia e che, oltre ad incidere negativamente sulla qualificazione degli ambienti attraversati, potrebbe rappresentare un aggravio del rischio – già oggi presente – di attraversamenti di animali lungo l’asse stradale; con impatti e conseguenze assai negative sulla sicurezza viaria, anche in considerazione delle alte densità di fauna selvatica che caratterizzano le aree attraversate dal tracciato. E le misure di mitigazione e le ipotesi previste per i corridoi ecologici risultano assolutamente insufficienti.
Il progetto definitivo non tiene conto inoltre dell’effettivo rischio idraulico derivante dalla realizzazione della sede autostradale e delle complanari, soprattutto alla luce dei recenti eventi alluvionali registrati nel territorio interessato dal passaggio delle infrastrutture proposte.
Infine la realizzazione prevista dell’area di pedaggio a Fonteblanda, così come l’area di svincolo ad Alberese Sud – tra l’altro utilizzabile solo per chi viene o vuole andare verso Roma- produrrebbe un forte impatto sia in termini di consumo di territorio che di sostenibilità sociale per gli spostamenti sistemici dei locali residenti e dei fruitori del Parco.
Un progetto – che così come è stato presentato – è dunque assolutamente irricevibile per tutte le motivazioni richiamate nelle osservazioni ed a cui è impossibile concedere il nulla osta richiesto.