FIRENZE – Anche il 2016 ha il segno più in Toscana per quanto riguarda donazioni e trapianti, che già erano saliti nel 2015.
E la Toscana si conferma la regione più generosa nel panorama nazionale. Lo dicono i dati del Centro Nazionale Trapianti presentati stamani a Roma. In Toscana nel 2016 i donatori di organi sono stati 53,3 per milione di abitanti (PMP), più che doppi rispetto a una media nazionale del 24,3. E in crescita rispetto al 2015, quando erano stati 48 PMP (media nazionale 22,6).
“I toscani sono generosi, lo sappiamo, e questi dati ce lo confermano – è il commento dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – Nel 2016 in Toscana donazioni e trapianti continuano a crescere, come già era stato nel 2015. Per questo, voglio ringraziare prima di tutto le famiglie dei donatori, che scelgono di volgere un grande dolore come quello della morte di un congiunto in un grande atto di generosità e solidarietà. Ma il mio ringraziamento va anche alle associazioni dei donatori, e al sistema sanitario nel suo complesso: ai coordinamenti locali e a tutti i professionisti che nelle terapie intensive, nei pronto soccorso, nei centri trapianto, contribuiscono a questo grande risultato. Un grazie a tutti”.
Questo aumento si è tradotto, e questo è l’aspetto di efficienza più importante, in un numero di donatori utilizzati che è passato da 37.6 PMP del 2015 al 45 PMP del 2016 (media nazionale 21.4 PMP), che ha portato nella nostra regione a una riduzione delle liste di attesa per alcuni organi.
Rimane significativa, nella nostra regione così come a livello nazionale, la percentuale di opposizioni alla donazione, che si attesta intorno al 30% e rispetto alla quale OTT (Organizzazione Toscana Trapianti) non solo sta mettendo in atto azioni di sensibilizzazione ma ha anche attivato e finanziato un progetto di ricerca sociale e antropologica.
Importante è stato l’avvio del programma di donazione a cuore fermo, che è riuscito a mettere a disposizione del sistema trapianti regionale e nazionale ulteriori organi da trapiantare.
“La nostra regione – spiega il dottor Adriano Peris, responsabile OTT – ha partecipato attivamente nella catena di trapianti di rene da vivente in modalità cross-over innescate da una donazione samaritana. I dati ottenuti nel 2016 sono anche da mettere in relazione al nuovo approccio organizzativo di OTT che ha lavorato in stretta collaborazione con le reti cliniche delle patologie tempo dipendenti istituite nella nostra Regione, fatto innovativo a livello nazionale”.
Nel 2016 sono state infatti realizzate a livello nazionale anche due catene di trapianti di rene da vivente in modalità cross-over, innescate da una donazione samaritana. La prima è stata nello scorso luglio, e ha coinvolto anche le Aziende ospedaliero universitarie pisana (Cisanello) e senese (Le Scotte). La seconda si &egra ve; sviluppata tra dicembre 2016 e gennaio 2017 e ha coinvolto cinque coppie donatore/ricevente incompatibili tra loro. Anche questa volta, la catena di solidarietà è passata anche dalla Toscana. I centri trapianto che hanno sviluppato questa catena sono stati quattro: Vicenza – Ospedale San Bartolo, Palermo – Ospedale Civico, Pisa – Ospedale Cisanello, Parma – Ospedali Riuniti, in collaborazione con gli operatori della Poilizia di Stato, che ha assicurato il rapido trasporto degli organi con personale della Polizia stradale.
Cos’è la donazione samaritana: Per donatore “samaritano” si intende un donatore vivente di rene che offre l’organo alla collettività e non ad uno specifico ricevente, senza alcun tipo di remunerazione o contraccambio. La donazione samaritana è considerata un atto supererogatorio (apprezzabile dal punto di vista etico) ma non preteso sul piano morale e/o giuridico. La decisione di donare un rene alla collettività deve essere libera, gratuita e informata. La donazione cosiddetta “samaritana” è ammessa solo per il rene. Data la specificità di questo tipo di donazione, non può considerarsi sostitutiva alla donazione di rene da vivente “standard” e a quella da cadavere.
La donazione samaritana è attualmente ammessa in Paesi europei, quali la Spagna, l’Olanda e il Regno Unito, e negli Stati Uniti.
Nel caso di via libera definitivo da parte del Centro Nazionale Trapianti, il Centro Regionale Trapianti e il centro trapianti coinvolti seguiranno le procedure previste per il protocollo di donazione di rene in modalità “cross over”. La sede del prelievo del rene messo a disposizione dal samaritano sarà concordato tra il centro trapianti del ricevente e quello a cui si è rivolto il donatore. Se necessario, e sempre nella piena garanzia dell’anonimato, al donatore samaritano può essere chiesto di eseguire il prelievo presso il centro trapianti del ricevente. Il donatore samaritano rientrerà, come avviene in caso di donazione di rene da vivente “standard”, nei programmi di follow-up.
Cos’è il trapianto cross-over: per “trapianto incrociato di rene da donatore vivente (cross-over)” si intende l’evento in cui il donatore e il ricevente non sono compatibili per la presenza di anticorpi anti HLA o anti- ABO o per altri motivi di incompatibilità ed è, pertanto, preclusa la procedura standard di trapianto da donatore vivente. In tal caso, e in presenza di almeno un’altra coppia in situazione analoga, i donatori e i riceventi delle due diverse coppie, se biologicamente compatibili, si “incrociano”.