GAVORRANO – I tre consiglieri di opposizione Antonio Melillo, Patrizia Scapin e Samanta Vanni, hanno reso noto che domenica, 8 gennaio non si recheranno alle urne per votare all’elezione indiretta del presidente e del consiglio della provincia di Grosseto. I membri del gruppo consiliare Centrosinistra Gavorrano Bene Comune spiegano in una nota le loro motivazioni:
«La scelta di non recarci alle urne non è una bocciatura per il candidato a presidente del centrosinistra, Giancarlo Farnetani, per il quale nutriamo stima personale e politica – dicono i tre consiglieri – bensì una bocciatura nei confronti del metodo elettivo di secondo livello, escludendo i cittadini, e della legge Delrio che non vogliamo assolutamente avallare in nessun modo. Crediamo che la coerenza e l’onesta intellettuale siano valori da anteporre a tutto, soprattutto quando si ricoprono cariche istituzionali e non ci prestiamo ad avallare una riforma nata male e oltretutto bocciata severamente dai cittadini italiani con il referendum del 4 dicembre scorso, dove con la vittoria del no è stato espresso un chiaro giudizio sull’operato del governo».
La scelta di non presentarsi alle urne dei consiglieri vuole, quindi, essere letta come bocciatura a un sistema di voto, cioè a quello di secondo livello, e alla legge Delrio, come spiega il gruppo consiliare: «Ricordiamo che tale riforma nega, di fatto, la possibilità ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti in consiglio provinciale, concedendo la facoltà di farlo solo a pochi eletti, tutto questo in barba ai cittadini stessi, i quali in molti casi non sanno neanche che avvengono queste elezioni. Una delle ulteriori conseguenze positive della vittoria del no al referendum costituzionale del 4 gennaio è il fatto che si è evidenziato il carattere della legge Delrio di finta abolizione delle Province, ma in realtà di semplice abolizione del voto popolare attraverso un antidemocratico voto di secondo livello da parte dei sindaci e dei consiglieri comunali».
«Questa legge – prosegue la nota – che ha finto demagogicamente di abolire le Province in nome dei costi impropri della politica limitandosi invece ad abolire solo la democrazia dell’elezione popolare dei consigli, ha inoltre determinato un grave vuoto istituzionale rispetto alle funzioni precedentemente esercitate da questi enti territoriali di area vasta, creando seri e gravi problemi sui territori stessi. Noi sul nostro territorio abbiamo condotto e vinto con il comitato gavorranese per la salvaguardia della costituzione, una battaglia durata mesi, contro quella riforma costituzionale che prevedeva l’elezione indiretta del Senato e quindi, coerenza vuole, che in questa occasione, dove siamo chiamati al voto con elezioni di secondo grado, si disertino le urne.
Nell’ottobre del 2014 alle prime elezioni con questo nuovo sistema, ci recammo al voto convinti di dare il nostro contributo positivo e votammo compatti per una lista di centrosinistra collegata all’allora presidente eletto Emilio Bonifazi, ma la delusione ad oggi è stata bruciante».
«Quelli passati sono stati, infatti, anni d’immobilismo – concludono i consiglieri – nei quali nulla è stato fatto, perché il governo centrale non ha dato gli strumenti per agire e, anzi, ha rischiato addirittura di far fallire le Province sul piano economico e finanziario. Noi crediamo che dopo il risultato di grande partecipazione popolare al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, i cittadini abbiano rivendicato con forza il proprio diritto a scegliere ed a eleggere i propri rappresentanti nelle istituzioni previste dalla costituzione, ed è per questo che compatti domenica 8 gennaio, noi consiglieri del gruppo Centrosinistra Gavorrano Bene Comune diserteremo le urne di queste elezioni farsa».