FIRENZE – L’assessore Federica Fratoni spiega le scelte della Regione Toscana operate con la legge regionale 85/2016: “Abbiamo deciso di rendere omogenea ed uniforme su tutto il territorio regionale l’attività di verifica e controllo delle caldaie poiché la riteniamo una scelta strategica sia per la sicurezza dei cittadini sia per la qualità dell’aria che respiriamo. Vorremmo infatti ottimizzare gli standard di sicurezza e controllo per evitare il ripetersi di episodi drammatici come quelli occorsi poco tempo fa e allo stesso tempo combattere l’inquinamento atmosferico, preso atto che il settore del riscaldamento ha un’incidenza del 70 per cento rispetto al totale delle emissioni di PM 10”.
La legge regionale 85/2016, approvata dal Consiglio regionale il 16 dicembre scorso, riconduce dal 1 gennaio 2017 alle competenze della Regione la funzione di verifica delle caldaie per i diciotto comuni toscani sopra 40.000 abitanti, concludendo un percorso avviato nel 2015 con la legge n.22/15, attuativa del decreto Del Rio, con la quale la Regione si era assunta la funzione precedentemente svolta dalle province.
La norma stabilisce nuovi standard di qualità e nuove modalità di riscossione del cosiddetto “bollino”, il corrispettivo dovuto dai cittadini per il servizio di verifica. “Leggo di alcune polemiche su stangate e rincari – commenta l’assessore – che mi sembrano quanto mai strumentali. Le nuove cadenze di controllo (in caso di prima installazione la prima verifica va fatta adesso dopo 4 anni e non dopo 2) ed il fatto che il nuovo bollino sia esente IVA fanno si che, calcolato in dieci anni, un cittadino medio toscano pagherà in più circa cinquanta centesimi annui. Del resto occorre estendere il servizio anche in realtà toscane dove i controlli erano insufficienti, creare un nuovo catasto, definire una nuova rete territoriale.”
“Non solo, in prospettiva prevediamo risparmi. Vale la pena ricordare infatti – aggiunge Fratoni – che abbiamo scelto per una grande operazione di razionalizzazione, in attuazione del decreto Madia. La Regione è infatti subentrata nella proprietà di nove società appartenenti alle Province che svolgevano il servizio per esse ed ha deciso di scioglierle tutte per farle confluire in un’unica società regionale già esistente, ARRR, già riconosciuta come un’eccellenza nel settore dei rifiuti. Passeremo quindi da 10 società ad una sola, una unica società che opererà su tutto il territorio regionale garantendo lo stesso livello di servizio per tutti i cittadini. Altre regioni italiane, dalla Lombardia alla Emilia Romagna, guardano al nostro esempio con interesse e possiamo dire che la Toscana si pone come apripista di un nuovo modello”.
“Per quanto riguarda Grosseto e le polemiche locali – prosegue – la particolarità è che la Provincia era l’unica a non possedere una società dedicata esclusivamente a questa attività, come negli altri casi. Non trovo tuttavia corretto dire,come è stato fatto, che del Comune di Grosseto si occuperà una società di Siena: del Comune di Grosseto, così come di tutti gli altri 279 comuni, si occuperà la Regione Toscana. Lo farà dal 1 gennaio 2018 con un’unica società regionale e nel transitorio attraverso le 9 società nelle quali è subentrata, società che non sono più provinciali ma che sono regionali e come tali operano su tutto il territorio regionale. Tra l’altro, presso l’ufficio regionale di Grosseto è attivo uno sportello dedicato per mantenere il contatto col territorio, sportello che sarà rafforzato nei prossimi giorni”.
In merito alla società Sistema Srl, partecipata del Comune di Grosseto, Fratoni precisa “che dal 1 .1. 17 la funzione è completamente regionale e non vi è quindi alcuna possibilità che continui ad essere esercitata da una società partecipata dal comune, società che, tra l’altro, si occupa solo marginalmente di questo aspetto impiegando 3 unità di personale su un totale di 80”
Continua quindi l’assessore: “Voglio anche fare una precisazione in riferimento alle parole del presidente Lamioni che parla di danno da 300.000 € (o addirittura 900.000 €) come fatturato perso dalla società Sistema Srl e soprattutto di risorse che sarebbero potute essere usate per altri servizi a cittadini e imprese. Ricordo che da normativa nazionale i ricavi provenienti dall’attività di verifica e controllo degli impianti termici devono essere esclusivamente e tassativamente usati a copertura della funzione, ciò significa che gli eventuali ricavi di Sistema Srl non possono e non potevano essere utilizzati se non per coprire le spese e non certo per diverse iniziative. Da non prendere in considerazione è anche l’ipotesi che Sistema Srl potesse occuparsi anche del territorio della provincia, poiché in quel caso già dal 1 gennaio 2016 la funzione è regionale.
“Colgo tuttavia l’occasione di questo scambio di opinioni – conclude Fratoni – per cogliere il richiamo e l’esigenza di rafforzare l’attività nel territorio grossetano, con il contributo di tutte le istituzioni e delle professionalità e competenze che hanno fino ad oggi operato. Rispetto al altre realtà regionali occorre nel 2017 creare un vero e proprio catasto ai sensi del DPR 74/2013 da cui poter avviare una attività programmata e oculata di verifica e controllo. A beneficarne saranno i cittadini, che vedranno aumentare la propria sicurezza, ed i professionisti che operano nel settore che vedranno aumentare opportunità di lavoro qualificato”.