RIBOLLA – L’incredibile storia di Jom Alieu, chiamato da tutti oramai Aly, inizia il giorno in cui a Ribolla vede un gruppo di ragazzi che sta giocando a calcio. Da qui parte la favola dell’integrazione, quella con la “I” maiuscola, da un passato di sofferenze alla gioia di un campo di calcio, una passione che sembrano annullare qualsiasi orrore, una storia che tocca il cuore e che non può lasciare indifferenti.
La storia di Jom Alieu, migrante umanitario ospite da oltre un anno nelle strutture di accoglienza vicino a Ribolla, nato nel Senegal nel 1996, Aly, è uno degli esempi migliori di integrazione.
Una favola di sport, spesso il calcio divide per via delle religioni o del colore della pelle, a Ribolla si è trasformato in una bella storia.
La storia di Aly, da piccolo insieme alla famiglia è costretto a scappare dal villaggio in Senegal e si trasferisce in Gambia, dove frequenta la scuola e inizia a coltivare quella che sarà la sua passione: il pallone.
Ma la guerra lo raggiunge anche qui, nel conflitto tra le bande locali perde la mamma e la sorella e, dopo la distruzione del villaggio, riesce a fuggire con i fratelli e il padre, arrivando sulle coste del Nordafrica e sale su uno dei tanti barconi della speranza, che sono diventati tristemente noti, soprattutto negli ultimi tempi, riesce ad attraversare il Mar Mediterraneo e giunge in Italia ma perde i contatti con il resto della famiglia.
L’anno scorso arriva al centro di Ribolla, l’ambientamento e gli allenamenti con la squadra bianconera, le lunghe pratiche per avere il visto dalla Figc, un iter burocratico senza fine, per poter giocare e finalmente a dicembre l’esordio in terza categoria con la squadra dei “Miners”.
Qui Aly stupisce tutti, per l’intelligenza, che gli consente di apprendere in fretta e per le capacità tecniche, ma soprattutto per le capacità umane per come riesce ad integrarsi.
“Sono felice qui – racconta Aly – sono contento di come sono stato accolto qui a Ribolla, la società mi ha aiutato e il mister e tutti miei compagni mi hanno fatto sentire da subito uno di loro”.
Adesso Aly spera che le pratiche per ottenere l’asilo politico vadano a buon fine e gli consentano di proseguire questa bella favola, e che la fuga per la speranza sia giunta al termine.