GROSSETO – «Sulla Mabro si sono sprecate troppe parole, a fronte di azioni sicuramente inefficaci il cui numero ci pare tristemente esiguo». Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, e l’assessore alle Attività produttive Riccardo Ginanneschi, intervengono sulla vicenda della ex Mabro. «È stata utilizzata sempre come una passerella, come una sequela di riflettori sotto cui farsi belli da parte di molti di coloro che, oggi, chiedono a questa Amministrazione di raccontare quale sia stato il suo impegno».
«Insediati a fine giugno, il nostro intento era diverso da chi, fino a qual giorno, aveva fatto della Mabro una personale campagna elettorale infinita – prosegue l’amministrazione grossetana -. Ci siamo subito adoperati per capire, per studiare a fondo la vicenda, per ascoltare, per seguire con apprensione e impegno ogni sviluppo. Ma la situazione era già fortemente compromessa. Non siamo stati con le mani in mano: abbiamo lavorato con i mezzi che il Comune ha, che sono pochi, e senza competenze dirette. Ma siamo stati presenti ed attivi. Nella trasparenza e nella correttezza».
«Nessun trionfalismo ha caratterizzano la nostra comunicazione, sempre un passo indietro alle Istituzioni competenti, se non addirittura silente. Abbiamo sperato in una soluzione, quello sì. Ma sempre tenendo i piedi per terra, sempre cercando di avere a cuore la dignità dei lavoratori. Non vogliamo unirci al coro di polemiche sterili che provengono da chi, fino a ieri, aveva responsabilità dirette o indirette nel governo della città e del territorio. Torneremo a seguire la vicenda appena riprenderanno le azioni del Tribunale: saremo vigili e attivi. Ma in silenzio. Di parole, sulla vicenda Mabro, ce ne sono state davvero abbastanza – conclude -: chi ne ha fatto una bandiera per il proprio tornaconto almeno adesso abbia la decenza di tacere».