GROSSETO – «Non più tardi di un mese fa nell’aula del Consiglio comunale, alla presenza del sindaco Vivarelli Colonna e degli assessori Ginanneschi e Rossi, il commissario Coscione aveva annunciato alle vestaglie azzurre la tanto attesa svolta positiva: grazie ad un gruppo imprenditoriale cinese, la ex Mabro avrebbe ripreso la propria attività, con la riassunzione della maggior parte delle lavoratrici. Ieri è arrivata invece la doccia fredda: la ex Mabro, ora Abbigliamento Grosseto, è fallita e con il fallimento tramontano le speranze mantenere un lavoro per 180 lavoratrici e lavoratori e per le loro famiglie». A parlare è il consigliere comunale e capogruppo di opposizione Lorenzo Mascagni.
«Verrebbe da domandarsi cosa è accaduto in questo mese e mezzo da quell’annuncio in pompa magna, da quando il sindaco parlava di “virata verso il positivo…”; e certamente lo vorremo capire. Così come chiederemo – tramite apposita interrogazione – quali attività siano state poste in essere dell’amministrazione comunale in questi sei mesi per scongiurare il fallimento. Desta infatti più di una perplessità il tentativo di intestarsi in solitario la vittoria (che poi non è arrivata) – prosegue Mascagni -, tentativo perseguito forse a discapito di una proficua collaborazione con gli altri livelli istituzionali».
«Ma più che al passato ed al rimpallo di responsabilità, occorre guardare al futuro – continua il capogruppo Pd -. Ed allora dobbiamo domandarci, se possibile tutti insieme ed a prescindere dal colore politico di ciascuno, quali azioni strategiche debbano mettere in campo le istituzioni locali per creare le condizioni affinché le imprese che esistono nel nostro territorio sopravvivano e altre possano decidere di investire in Maremma, se possibile ricreando aziende come quella fallita».
«Tre sono le direttrici dalle quali non si può prescindere: 1) colmare il gap di infrastrutture che condanna la Maremma all’isolamento e che è una delle cause che rende difficile la vita delle nostre imprese e scoraggia gli investimenti (è tema, questo, che dovremmo tenere presente soprattutto in queste settimane, nelle quali si è riacceso il dibattito sul corridoio Tirrenico); 2) attivare una politica di incentivi fiscali ed urbanistici per chi vuole investire nel nostro territorio; ciò significherebbe rendere Grosseto un’area attrattiva per gli investimenti; 3) sviluppare una capacità di relazioni inter-istituzionali, che è condizione essenziale per governare fenomeni socio-economici sempre più complessi (in questo contesto, le prove muscolari e la voglia di contrasto cui abbiamo assistito in questi mesi, non aiutano). Se le istituzioni riusciranno a produrre qualcosa di concreto in questa direzione – conclude Mascagni -, le lacrime che oggi tutti versiamo, non saranno lacrime di coccodrillo».