di Nicola Draoli, Dottore magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche
Nella mia esperienza di infermiere ho constatato più volte come vi siano una serie di consuetudini e credenze errate in tanti ambiti di salute. Vediamo insieme alcune di queste prassi e convinzioni non più valide o non così valide come si pensa.
IL DIGIUNO PRE OPERATORIO. Quante volte avete sentito, prima di un esame qualsiasi, di osservare il digiuno dalla mezzanotte del giorno prima e nel dubbio avete smesso anche di bere? Lo scopo del digiuno è quello di andare incontro ad un intervento a stomaco vuoto per evitare episodi di vomito che in certi casi può essere inalato e creare severe complicanze. Ma non c’è motivo e nessun fondamento per smettere di bere acqua anche zuccherata o del the o della camomilla o caffè nero fino a due ore prima l’intervento – cioè il tempo necessario affinché lo stomaco venga ampiamente svuotato da questi liquidi. Ci sono casi particolari definiti da una specifica visita anestesiologica pre intervento che possono prevedere restrizioni, ma in soggetti in buona salute non ci sono controindicazioni Non solo: smettere di assumere liquidi soprattutto negli anziani e nei bambini è in genere controproducente. Questa tra le altre è una delle pratiche a rischio inappropriatezza definite dall’ANIARTI (Associaziona Nazionale Infermieri Area Critica) nell’ambito del progetto slow medicine – fare di più non significa fare meglio.
LA BOLLICINA NELLA SIRINGA E NELLA FLEBO. Il terrore di tutti. Provocherà un embolia gassosa mortale? La risposta è no. Se osservate delle piccole bolle d’aria durante un infusione venosa periferica (cioè attraverso quei dispositivi a permanenza che si applicano sulle vene del braccio dove generalmente vi fanno anche i prelievi) queste non comporteranno rischi particolari per quanto sia generalmente corretto non farle formare. Il quantitativo di aria in vena, per produrre elementi patologici, deve essere deliberatamente iniettato e con grosse quantità. Inoltre la fine dell’infusione di una flebo non può far entrare aria nella vena perché la pressione dell’aria non vince la pressione del sangue (infatti avrete notato che il sangue tenderà a risalire nel tubicino di raccordo e non il contrario).
SE HAI LA FEBBRE COPRITI. Premettendo che il meccanismo dell’iperpiressia (l’aumento della temperatura) è un meccanismo quasi sempre sano e funzionale alla guarigione non ha chiaramente senso combatterla aumentando ancora di più la temperatura. Nelle comuni febbri da influenza, soprattutto nei bambini che hanno un sistema termoregolatore immaturo, è bene invece non coprirsi molto, a meno che non vi sia brivido, per permettere al calore di disperdersi in vari modi (per convenzione permettendo all’aria circolante in casa di aiutarci nell’intento e per evaporazione lasciando libero il corpo di sudare). Utili gli impacchi freddi e asciutti (se bagnati la temperatura non deve essere eccessivamente fredda) meglio sull’inguine perché va a raffreddare un vaso molto grosso del nostro corpo (la femorale) piuttosto che nella fronte.
NON FARE IL BAGNO DOPO MANGIATO. Le famose tre ore di attesa al mare sotto il sole cocente sono considerate infondate da più revisioni della letteratura (http://www.ilsf.org/about/position-statements) che raccomandano, ma solo per eccesso di precauzione un ora di attesa (il tempo di digerire ad esempio i carboidrati o il pesce). Chiaramente l’immersione in acqua eccessivamente fredda dopo un abbondante pasto sottoponendo il corpo a nuotate intense e prolungate può creare dei problemi ma non sono correlati direttamente ed esclusivamente al pasto e alla digestione.
Proseguiremo in altri brevi editoriali con altre consuetudini “dure a morire”