ORBETELLO – Il circolo Costa d’Argento di Sinistra Italiana interviene nell’infinito dibattito sull’autostrada Tirrenica.
“Quanto accaduto ad Orbetello nella gremitissima sala dell’Auditorium – scrive Sel – ha dell’incredibile, positivamente parlando. I cittadini di qualsiasi orientamento politico e il sindaco, accompagnato dai componenti della sua giunta, disegnano un nuovo scenario nella vita politica di questo paese. A quanto la popolazione stava già dicendo da molto tempo, ovvero al no a qualsiasi tracciato autostradale, si è aggiunto il sindaco. No ad un progetto visto come un mostro di asfalto che avrebbe distrutto e divorato tutto e tutti: cittadini, paesi e prodotti. Oltre al danno al turismo di cui queste zone beneficiano dagli anni Ottanta in poi”.
“Non tutti – secondo Sel – sono sempre stati contrari. Fra i più favorevoli fino a poche ore fa, ammesso proprio durante l’incontro al Frontone, c’era il sindaco di Orbetello. La difficoltà degli amministratori locali, sia di centrosinistra (Paffetti) che di centrodestra (Casamenti) è stata e forse sarà quella di fare i conti con gli ordini provenienti dall’alto dei partiti. Non è un caso che la scelta di Matteoli di fare l’autostrada sulla costa si allacci a filo rosso con l’esultanza di Enrico Rossi all’alba della sconfitta di Monica Paffetti alle recenti elezioni amministrative facendogli anche dire che finalmente l’autostrada si sarebbe fatta. Tutti davano per scontato che Andrea Casamenti sarebbe stato l’elemento su cui poter contare per difendere il mostro d’asfalto. Lui stesso, in qua e là sui social difendeva l’autostrada dicendo che la popolazione orbetellana la pensava come lui. E i suoi ci denigravano quando un anno esatto fa la nostra componente politica faceva un emendamento alla legge finanziaria del 2015 per la messa in sicurezza dell’Aurelia. Emendamento puntualmente bocciato da Matteo Renzi. Non è un caso che noi quasi da soli come forza politica, insieme alle associazioni del territorio, andavamo avanti a spiegare un tracciato nella preoccupazione generale”.
“E all’incontro all’Auditorium il colpo di scena – scrive il circolo – Andrea Casamenti ammette di aver sbagliato, di voler mettere in sicurezza l’Aurelia, di mettere a disposizione tecnici per le osservazioni al tracciato, ed aggiunge, nelle conclusioni, di non aver in tasca tessere di partito e di non dover rispondere ad ordini dall’alto, come una sorta di avvertimento alle ingerenze provenienti da chissà dove. Questa la prima parte fantastica avvenuta: l’ammissione di una persona di aver sbagliato. E gli va dato onore e merito. In politica questo non si vede praticamente mai. Ma ecco l’altro colpo di scena: cittadini chiaramente di sinistra che gli fanno i complimenti che si uniscono a lui nella battaglia (rovesciando il paradigma) che fanno fronte comune”.
“Se noi di Sinistra Italiana – si legge ancora nella nota – da anni ci battiamo con i nostri rappresentanti regionali, con i nostri parlamentari contro questo scempio, e facciamo posto sulla barca di questa battaglia anche a chi ieri era a favore del tracciato, ammettendo pubblicamente di aver sbagliato, non è che stiamo lì a struggerci di vederci rubata la battaglia. Semmai diviene terreno comune. Non ci interessa la primogenitura. Ci interessa semmai l’interesse generale e aggiungere un interlocutore con cui ovviamente rimangono distanze ma, che in questa battaglia, pare essere con noi. C’è una perplessità però sapendo che la mattina stessa dell’evento orbetellano in Regione Toscana c’era l’audizione di Sat sul tracciato. I presenti a tale incontro erano Sinistra Italiana, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Delegazioni dei partiti di riferimento dell’amministrazione orbetellana non ce ne erano. La nostra paura è che i partiti della giunta Casamenti si allontanino dal sindaco e dalla sua giunta: perché Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia con i loro consiglieri regionali non erano a questa audizione in regione?”.
“Noi diamo una buona notizia al sindaco – conclude Sel – continueremo con emendamenti, proposte e interpellanze là dove le abbiamo già fatte, al parlamento europeo, al consiglio regionale toscano e al parlamento italiano. Se i suoi rappresentanti in tali istituzioni non dovessero più dargli ascolto per quello che ci riguarda ci mettiamo a disposizione per le battaglie istituzionali. Come già fatto in passato del resto. Perché una paura di fondo rimane: che non sia una battaglia di sostanza ma di facciata. Di questo rimarremmo male”.