GROSSETO – “Le affermazioni dell’assessore regionale Remaschi, in conclusione della nota stampa diffusa nei giorni scorsi, al termine della conferenza stampa sui danni agli allevatori,devono rappresentare il punto di partenza per una svolta che auspichiamo concreta nel settore”. Così Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto, che spiega meglio: “L’assessore è d’accordo con noi quando argomenta che le azioni sin qui intraprese non sono ancora sufficienti e molto lavoro ancora è da fare per garantire, ad un settore delicato ed importante come la zootecnia, di poter avere un futuro non solo di sussistenza, ma anche con prospettive concrete di sviluppo”.
Da mesi lo sosteniamo insieme ai nostri vertici regionali, il direttore Antonio De Concilio ed il presidente Tullio Marcelli.
E’ allora indispensabile, e non solo necessario, come asserisce l’assessore, verificare le azioni da intraprendere e le risorse da impiegare. Al di là del risarcimento economico, che coinvolge per la regione Toscana 616 allevatori (oltre il 60% operano nella provincia di Grosseto) servono misure nuove e concrete. Dal 2010 ad oggi 300 allevamenti circa hanno chiuso, alla voce ovini da latte e carne si registra un meno 39.046 capi (meno 22785 i capi solo da latte), sempre dal 2010 ad ora, con tonnellate di latte perduto. Sono 7 i punti sui quali lavorare immediatamente individuando risposte chiare, certe e definitive.
Primo fra tutti verificare di attivare misure, tramite il Psr, per il mancato reddito ai pastori, mediante azioni tipo quelle legate all’indennità compensativa. Anche questo è da mesi che lo suggeriamo. Su questo vogliamo risposte.
E’ inoltre indispensabile disporre l’immediato avvio del piano di conservazione e gestione del lupo, in ragione dell’incidenza di gravi danni agli allevamenti; di procedere all’immediata realizzazione di piani di contenimento e controllo di cani vaganti e ibridi attraverso la collaborazione con i diversi corpi di polizia; rendere disponibili risorse finanziarie complementari per sostenere interventi di prevenzione in grado di limitare eventuali azioni di predazione su bestiame domestico e ridurre la conflittualità tra presenza dei lupi e le attività legate alla pastorizia; chiarire che le forme di indennizzo e di risarcimento legate ai danni provocati da fauna selvatica non rappresentano forme di aiuto riconducibili alla disciplina europea in materia di concorrenza; garantire la puntuale e corretta quantificazione e liquidazione dei danni. operare una verifica dello stato di attuazione dell’Accordo sottoscritto il 16 luglio 2014 tra Regione, altri soggetti pubblici, rappresentanze del mondo agricolo e associazioni ambientaliste valutandone, altresì, l’esigenza di aggiornamento.
Circa un anno fa, infine, 38 nostri allevatori hanno inviato in Regione richieste di risarcimento danni per le predazioni. avvenute negli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 per un importo totale di danni che supera i 770mila euro.
Il silenzio per loro è al momento assordante. Su questo una risposta è oltre che utile anche necessaria per la dignità del lavoro dei nostri soci e il prodotto sano, genuino e richiesto che garantiscono ogni giorno.