FOLLONICA – «La situazione di disagio che stanno vivendo i dipendenti del Comune di Follonica inevitabilmente ricadrà anche sullo svolgimento dei servizi pubblici, sui cittadini e sugli amministratori dell’ente, che “in primis”, “ci mettono la faccia”». La segreteria provinciale UILFPL Grosseto torna a parlare del Comitato unico di garanzia del Comune di Follonica. «Dopo le vicende delle dimissioni del CUG e dei due dipendenti interessati da indagini e provvedimenti della Commissione disciplina».
«Come UilFpl, in una recente riunione tenuta con l’Amministrazione e riferita al questionario sul “benessere organizzativo”, effettuato qualche tempo fa, avevamo già rappresentato la preoccupazione per i primi “cenni” di quel “malessere” di una rilevante parte del personale – prosegue il sindacato -, evidenziando il percepimento di un “distacco” esistente tra la dirigenza, o almeno parte di essa, ed i dipendenti. In quell’occasione, la scrivente Organizzazione Sindacale, aveva accolto la tesi del Comune, che in qualche maniera “riconduceva” il problema emerso dall’indagine, in un ambito di “gestibilità”».
«Purtroppo, alla data odierna, con le ultime criticità emerse, anche sulla stampa, e in particolare con la dimissione dell’intero organismo CUG, la cosa è certamente da riconsiderare in tutta la sua gravità- prosegue la nota -. Riteniamo pertanto che l’Amministrazione comunale, a nostro avviso carente in merito alla “gestione” di un buon “clima organizzativo” all’interno dell’ente, debba intervenire rapidamente, prima che il “malessere”, ormai evidente, possa cagionare ulteriori risentimenti, che potrebbero tradursi in veri e propri disagi, anche a danno del servizio al cittadino».
«Ad aggravare la situazione interna, è sopravvenuta anche la gestione della situazione relativa ai due dipendenti interessati da indagini del Comune di Follonica (emersa pubblicamente e sulla stampa qualche tempo fa, e anche domenica 4 dicembre, oggetto di articoli di gruppi consiliari di opposizione), e per i quali, l’Amministrazione ha provveduto ad una sospensione ed al trasferimento all’Ufficio Polizia Municipale. Ci auguriamo che questa brutta situazione venga esaminata e definita al più presto nelle sedi giudiziarie competenti, a difesa delle garanzie di cui devono trarre beneficio tutti – continua la Uil -. E in merito a questo, chiediamo se tale indagine sia stata sollecitata dall’Amministrazione comunale, datore di lavoro, a garanzia, “in primis”, di tutti gli altri dipendenti che, da questa vicenda, sono rimasti fortemente lesi, come fortemente lesa ne è risultata l’Amministrazione comunale stessa, cioè il sindaco e gli assessori».
«Riteniamo infatti che il “peso” di questo bruttissimo episodio non debba ricadere sugli altri dipendenti del Comune, che giornalmente, con dedizione, serietà, professionalità e spirito di abnegazione, svolgono il loro lavoro per il miglior funzionamento della “macchina” amministrativa, quella “macchina” che segue le linee degli amministratori e che eroga i servizi ai cittadini. Ci sentiamo pertanto di affermare con forza, la totale integrità dei dipendenti del Comune di Follonica, che doveva/dovrebbe, a nostro avviso, essere sostenuta pubblicamente, con altrettanta forza, dall’Amministrazione.
«Riteniamo importante che gli amministratori follonichesi si facciano garanti nel sollecitare, con incisività, proprio la Procura della Repubblica, affinché venga compiuto l’iter necessario a “sgombrare le nuvole” da qualsiasi genere di deflazione dell’integrità e stima dei dipendenti. I dipendenti vivono il disagio di chi sta “in trincea” ogni giorno, con la consapevolezza di essere giudicati male, loro malgrado, anche a seguito di un clima già molto sollecitato per gli eventi vergognosi che ogni giorno ci troviamo a vedere sui TG, e che noi, proprio come sindacato, critichiamo decisamente, poiché mettono in dubbio il serio operare della maggior parte dei colleghi. E questo lo chiediamo per i dipendenti e anche per la cittadinanza follonichese, a cui il servizio che svolgono i lavoratori è destinato: gli stessi necessitano di sentir riconosciuta integrità e dignità, che non deve essere certo inficiata da un singolo episodio».