GROSSETO – «Il “Forum Ambientalista di Grosseto” tra pochi giorni formalizzerà ufficialmente il suo ingresso nella Class Action contro l’Inceneritore di Scarlino pendente davanti al Tribunale di Grosseto». Lo afferma l’avvocato Roberto Fazzi che rappresenta il Forum ambientalista. Fazzi poi condivide una nota elaborata dall’ingegner Vincenzo Annino (già consulente del Comune di Follonica nel procedimento di rilascio delle autorizzazioni VIA/AIA a Scarlino Energia dell’Ottobre 2015 e attuale Consulente del Comune di Follonica nel ricorso pendente davanti al Tar di Firenze ed anche Consulente di Parte nella Class Action davanti al Tribunale di Grosseto).
«Durante il procedimento che ha portato nell’ottobre 2015 alla nuova autorizzazione all’esercizio dell’inceneritore di Scarlino Energia – afferma Annino -, i consulenti dell’Amministrazione di Follonica – che si era opposta ad una nuova autorizzazione – e i cittadini e gli Enti che hanno promosso la “ Class Action” – causa ancora in corso dopo la rimozione del CTU da parte del Giudice – si erano più volte chiesti perché mai, dopo il blocco dell’impianto, voluto addirittura dal Consiglio di Stato nel gennaio 2015, Scarlino Energia avesse richiesto una nuova autorizzazione all’esercizio – peraltro poi ottenuta a tamburo battente dopo soli 6 mesi dalla richiesta – visto che l’impianto è in grado di funzionare solo per il 20% del tempo, bruciare molto meno di quanto previsto e, in definitiva, aver portato al collasso la stessa Scarlino Energia. Così pure non risultava comprensibile per qual motivo la Scarlino Energia chiedesse un concordato preventivo, senza sanare le pecche dell’impianto».
«L’ipotesi che allora fatta fu era la seguente – prosegue Annino -: la Scarlino Energia vuole una nuova autorizzazione e un’omologazione del concordato non in quanto intende riavviare l’impianto e produrre sue nuove perdite ma, disponendo di un’autorizzazione all’esercizio e un’omologa di un concordato preventivo, spera di vendere l’impianto a qualcuno che – soggettivamente si riteneva – imprudentemente lo acquistasse, come imprudentemente – soggettivamente si riteneva – lo aveva a suo tempo acquistato la Scarlino Energia da Syndial. Ciò fu anche scritto, addirittura al presidente della Regione Toscana».
«Ebbene l’ipotesi si è rivelata corretta – precisa Annino -. Ma con un’aggravante: il soggetto che ora ci è stato rivelato ha acquistato l’impianto è un soggetto pubblico; pertanto gli investimenti futuri sul vetusto inceneritore (nato nel 1960!) – se si vorrà far funzionare l’impianto – e le perdite future d’esercizio, andranno a finire nelle bollette dello smaltimento rifiuti che i cittadini dell’area servita pagheranno. Infine, vista la recente presa di posizione dell’assessore regionale all’Ambiente, che sembra decisa ad emettere finalmente un’ordinanza per fare iniziare i lavori di bonifica, anche i costi della bonifica delle falde, finora evitati da Scarlino Energia, verranno accollati sulla tariffa dei rifiuti.»
«Dal punto di vista legale – afferma Fazzi – aggiungo che l’acquisizione di quote della Scarlino Energia da parte di Sei Toscana appare paradossale e sintomo di ulteriore, grave, conflitto d’interessi, in considerazione: • dell’inchiesta penale della Procura della Repubblica di Firenze, che vede indagati i vertici di Sei Toscana in relazione alle irregolarità nell’appalto dell’Ato Toscana sud da essa aggiudicato, in cui una delle principali irregolarità sarebbe consistita proprio nel favorire illegittimamente i proprietari degli Impianti di Smaltimento prevedendo una loro retribuzione da parte dell’impresa aggiudicatrice; • dell’inchiesta penale della Procura della Repubblica di Grosseto, che vede indagati per bancarotta fraudolenta i vertici di Sei Toscana e di Scarlino Energia, soprattutto in ordine alle operazioni di scissione societaria di Scarlino Energia, ciò che avrebbero condotto ad una rappresentazione non corrispondente al vero della realtà economica e finanziaria presentata da Scarlino Energia in sede di concordato preventivo al Tribunale di Grosseto».