GROSSETO – Rigenerano, riparano e investono nel green. Le imprese artigiane sono protagoniste dell’economia circolare, e la Maremma è tra le prime province d’Italia nel settore. La logica dell’economia circolare prevede che i prodotti mantengano il loro valore aggiunto il più a lungo possibile minimizzando la produzione dei rifiuti: per farlo è necessario che siano progettati, realizzati e gestiti in modo da trasformare i rifiuti in risorse, con interventi lungo l’intero ciclo di vita e non più nella sola fase finale. Gli interventi possibili sono diversi e all’interno dell’economia circolare sono proprio le imprese artigiane a essere protagoniste: in particolare quelle che svolgono attività di riparazione, manutenzione, riciclo e recupero.
In tutta Italia – al primo trimestre 2016, secondo un report di Confartigianato – sono 222.956, pari al 16,5% dell’artigianato, e danno lavoro a 471.505 addetti. I settori dell’economia circolare, infatti, sono ad alta vocazione artigiana. E la Maremma non fa eccezione. Tra le principali province italiane con imprese artigiane in attività nell’economia circolare – quelle con oltre mille imprese nel comparto – infatti c’è anche il Grossetano: la nostra provincia è all’undicesimo posto assoluto (84.2% a fronte dell’88.2% registrato da Bolzano, in testa alla classifica) tra quelle con la maggiore incidenza dell’artigianato sul totale delle imprese potenzialmente interessate all’economia circolare. I numeri assoluti confermano l’importanza del comparto. In provincia di Grosseto – sempre in riferimento al primo trimestre 2016, secondo il report di Confartigianato – risultano attive 1.123 imprese artigiane impegnate nell’economia circolare: rappresentano una quota del 19.5% sul totale delle imprese artigiane in Maremma.
Cifre che piazzano la Maremma al 16° posto tra le province italiane. Il totale delle imprese maremmane attive nell’economia circolare è invece pari a 1.333 (pari una quota del 4,6% sul numero complessivo delle imprese) e l’artigianato pesa appunto per l’84,2%. Il futuro passa anche da qui, sia sul fronte dell’economia che su quello dell’ambiente. Una rilevazione della Commissione europea ha evidenziato che negli ultimi tre anni la metà delle piccole e medie imprese ha minimizzato gli sprechi riciclando o riutilizzando rifiuti o vendendoli a un’altra impresa, un terzo ha ricalibrato l’uso dell’energia per minimizzare i consumi e ha rinnovato prodotti e servizi per minimizzare l’uso dei materiali o utilizzando materiali riciclati, e il 14% ha usato energie rinnovabili. E l’apporto delle medie e piccole imprese artigiane all’economia circolare migliora l’ambiente: mostrano, infatti, una più contenuta intensità di emissioni.
«L’artigianato è proiettato nel futuro – dice Mauro Ciani, segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto – e i numeri della provincia di Grosseto lo confermano. Non solo perché le piccole e medie imprese dimostrano di avere una cultura ambientale maggiore, minimizzando gli sprechi riciclando o riutilizzando rifiuti e usando energie rinnovabili, ma anche perché sono impegnate in prima linea nell’economia circolare. Settore che sta acquisendo un’importanza cruciale. Ragione in più per sostenere l’attività di questo comparto e, più in generale, dell’impresa artigiana. Il sistema economico del nostro Paese non ne può fare a meno».