GROSSETO – “Si allontana il telefono, ma si avvicina il soccorso ai cittadini”. Potrebbe essere questo lo slogan che riassume lo spirito e l’obiettivo della riorganizzazione per la rete dell’emergenza-urgenza nella Asl Toscana sud est. In particolare nei territori di Siena e Grosseto, dove, entro il 31 dicembre, sarà attivata la Centrale operativa unica.
Le linee guida sono state presentate questa mattina alla Conferenza dei sindaci della provincia di Grosseto, dal direttore sanitario della Asl, Simona Dei, e dal direttore del Dipartimento Emergenza-urgenza, Massimo Mandò. Presente anche il direttore amministrativo, Francesco Ghelardi, e il direttore del Dipartimento delle professioni infermieristiche, Lorenzo Baragatti.
“Si sposta la Centrale – ha detto il direttore sanitario – e si potenzia il territorio, attraverso la rete integrata tra postazioni di emergenza, mezzi di soccorso e ospedali, con personale sanitario sempre più qualificato e con la collaborazione del volontariato, fondamentale e insostituibile. Il fattore determinante per la qualità e la sicurezza del servizio non sarà il luogo fisico da cui si risponde al telefono, ma il tempo di intervento che intercorre dalla chiamata all’arrivo sul posto, nonché la professionalità e l’appropriatezza del personale sanitario inviato”.
Avvicinare il soccorso ai cittadini, infatti, significa avere a disposizione più mezzi e personale sempre più qualificato per mantenere stabili le funzioni vitali del paziente fino all’arrivo in ospedale. In questo modo viene valorizzato il ruolo degli infermieri, al medico viene riassegnato il livello successivo di intervento sul paziente, viene valorizzato il ruolo e la collaborazione con il volontariato.
“L’incontro di oggi – ha detto il presidente della Conferenza dei sindaci, Giacomo Termine – è un momento importante di confronto sul tema della rete dell’emergenza-urgenza. Del resto, il confronto con i territori e i loro rappresentanti sarà la costante di tutto il processo di riorganizzazione aziendale, affinché in ogni parte della nuova Asl vengano mantenute e incrementate la qualità dell’assistenza, l’efficienza dei servizi, la prossimità con i cittadini. Il progetto presentato oggi risponde alla richiesta di rafforzare la capacità di intervento, confermando, ad esempio, il ruolo delle postazioni di emergenza territoriale, che peraltro saranno implementate rafforzando il ruolo del volontariato. Vigileremo sull’attuazione di questo progetto, saremo interlocutori attenti e costruttivi per la Direzione aziendale, nell’unico interesse di chi vive su questo territorio ”.
La riorganizzazione in dettaglio
Il nuovo modello organizzativo, che entrerà del tutto a regime non prima di un anno, si basa su una rete di ambulanze del volontariato, ambulanze con sanitario a bordo, automediche, elisoccorso, che si integrano e si supportano, con la regia della Centrale operativa, che coordina tutte le fasi del soccorso.
Prevede:
• la revisione delle Postazioni di emergenza territoriale (PET), che passano da 20 ad almeno 30, di cui 15 con personale sanitario a bordo. Le PET, capillarmente diffuse su tutto il territorio, infatti, saranno di due tipi: con mezzo e personale del volontariato, addestrato per la rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione (BLSD), il cui numero dipenderà dalla disponibilità di personale e mezzi da parte delle associazioni; oppure con mezzo e sanitario a bordo (ambulanza con medico o con infermiere; automedica), che saranno 15. Spariscono le cosiddette “postazioni miste” (quelle in cui può essere indistintamente presente sia il medico che l’infermiere);
• nuova dotazione di automediche, in ogni ospedale della provincia. Il personale sanitario che interviene con questo mezzo è lo stesso che lavora in pronto soccorso;
• tecnologie avanzate a bordo delle ambulanze per il monitoraggio del paziente e la trasmissione dei dati sanitari, fondamentali nelle cosiddette “reti tempo dipendenti”, quelle per il soccorso in caso di infarto, ictus, trauma, insufficienza respiratoria, arresto cardiaco, sepsi;
• rete delle elisuperfici e dei campi sportivi abilitati all’atterraggio notturno. A questo proposito, l’elisoccorso di Grosseto sta sperimentando l’uso del visore notturno, la tecnologia militare che permette di atterrare ovunque anche di notte. Attualmente, questo sistema, in Italia è utilizzato solo in provincia di Como.
Il nuovo modello organizzativo, che entrerà del tutto a regime non prima di un anno, si basa su una rete di ambulanze del volontariato, ambulanze con sanitario a bordo, automediche, elisoccorso, che si integrano e si supportano, con la regia della Centrale operativa, che coordina tutte le fasi del soccorso.
Prevede:
• la revisione delle Postazioni di emergenza territoriale (PET), che passano da 20 ad almeno 30, di cui 15 con personale sanitario a bordo. Le PET, capillarmente diffuse su tutto il territorio, infatti, saranno di due tipi: con mezzo e personale del volontariato, addestrato per la rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione (BLSD), il cui numero dipenderà dalla disponibilità di personale e mezzi da parte delle associazioni; oppure con mezzo e sanitario a bordo (ambulanza con medico o con infermiere; automedica), che saranno 15. Spariscono le cosiddette “postazioni miste” (quelle in cui può essere indistintamente presente sia il medico che l’infermiere);
• nuova dotazione di automediche, in ogni ospedale della provincia. Il personale sanitario che interviene con questo mezzo è lo stesso che lavora in pronto soccorso;
• tecnologie avanzate a bordo delle ambulanze per il monitoraggio del paziente e la trasmissione dei dati sanitari, fondamentali nelle cosiddette “reti tempo dipendenti”, quelle per il soccorso in caso di infarto, ictus, trauma, insufficienza respiratoria, arresto cardiaco, sepsi;
• rete delle elisuperfici e dei campi sportivi abilitati all’atterraggio notturno. A questo proposito, l’elisoccorso di Grosseto sta sperimentando l’uso del visore notturno, la tecnologia militare che permette di atterrare ovunque anche di notte. Attualmente, questo sistema, in Italia è utilizzato solo in provincia di Como.
L’attività della Centrale operativa unica di Siena, sarà supportata da un sistema tecnologico avanzato che, tra le altre cose, invia automaticamente il mezzo più veloce sul punto in cui è richiesto l’intervento.
“La velocità e l’appropriatezza dell’intervento, la rete capillare delle ambulanze BLSD, la dotazione strumentale dei mezzi di soccorso, l’integrazione con le strutture ospedaliere rappresentano una vera e propria rivoluzione, più moderna ed efficiente, nel modo di intendere il soccorso”, ha spiegato Massimo Mandò, che ha colto l’occasione per rivolgere anche un appello, subito raccolto dai sindaci: quello di contribuire a creare, nel loro comuni, una rete di defibrillatori e di persone addestrate all’uso, da dislocare nei punti strategici dei centri abitati, nei luoghi di aggregazione, nelle scuole, oltre che nelle strutture sportive, come ormai è regola.
“La velocità e l’appropriatezza dell’intervento, la rete capillare delle ambulanze BLSD, la dotazione strumentale dei mezzi di soccorso, l’integrazione con le strutture ospedaliere rappresentano una vera e propria rivoluzione, più moderna ed efficiente, nel modo di intendere il soccorso”, ha spiegato Massimo Mandò, che ha colto l’occasione per rivolgere anche un appello, subito raccolto dai sindaci: quello di contribuire a creare, nel loro comuni, una rete di defibrillatori e di persone addestrate all’uso, da dislocare nei punti strategici dei centri abitati, nei luoghi di aggregazione, nelle scuole, oltre che nelle strutture sportive, come ormai è regola.