GROSSETO – “La riorganizzazione del sistema del 118 non deve destare preoccupazione, perché migliorerà il servizio, la qualità e la sicurezza dell’assistenza ai cittadini, aumenterà la nostra capacità di risposta all’emergenza su tutto il territorio”. Il direttore generale della Asl Toscana sud est, Enrico Desideri, interviene in merito alla preoccupazioni dei sindacati sulla riorganizzazione della rete del 118 in provincia di Grosseto che, martedì prossimo, sarà presentata a tutti i sindaci del territorio.
“Questa riorganizzazione – precisa Desideri – è frutto di un percorso che ha coinvolto anche i sindacati, in particolare per gli aspetti legati al personale della Centrale. Ma nasce soprattutto da una approfondita valutazione dei bisogni della popolazione locale, della qualità delle infrastrutture, delle peculiarità del territorio provinciale.
Ovviamente sono disponibile a incontrare i sindacati, se lo ritengono necessario”.
“Ci tengo a tranquillizzare i nostri assistiti – aggiunge – che la Direzione aziendale e i tutti i professionisti, che hanno lavorato alla riorganizzazione della rete, hanno messo a punto un sistema in cui non ha importanza il luogo fisico da cui si risponde al telefono, ma il tempo di arrivo su una chiamata e le professionalità che intervengono. E su questo ci sentiamo di poter dare garanzie: il numero delle postazioni territoriali infermieristiche verrà garantito, avvicineremo il soccorso ai cittadini attraverso mezzi e personale addestrato a mantenere stabili le funzioni vitali del paziente, fino al trasferimento in ospedale, che deve essere il più rapido e appropriato possibile”.
“Questa scelta è una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere la rete dell’emergenza, che valorizza il ruolo del personale infermieristico e riassegna al medico il livello successivo di intervento sul paziente, sempre con la regia della Centrale. La rete, inoltre, tiene conto e valorizza la collaborazione con il volontariato, che rappresenta un indispensabile valore aggiunto, in questo e in altri settori di intervento sanitari e socio-sanitari. Abbiamo trasferito in questo progetto il concetto di rete e di integrazione multidisciplinare. Nel caso specifico tra mezzi del volontariato, mezzi con infermiere a bordo, automediche, elicottero, che devono lavorare in sintonia, l’uno a supporto dell’altro. La rete si concretizza anche nel collegamento delle postazioni di emergenza con i pronto soccorso degli ospedali territoriali e del Misericordia, nonché con le attività mediche e chirurgiche di urgenza, sia dell’ospedale provinciale che delle strutture regionali di secondo livello. In estrema sintesi – conclude il direttore generale – un modello nuovo e più efficiente per dare risposte sempre più appropriate e qualificate ai cittadini”.