CINIGIANO – Ridisegnare l’aspetto dei paesi attraverso gli orti urbani. Cinigiano aderisce all’iniziativa della Regione Toscana dal titolo “100mila orti in Toscana”, finalizzata a diffondere sul territorio regionale gli orti urbani.
“La consideriamo un’ottima opportunità di riqualificazione ambientale – spiega il sindaco Romina Sani – nel comune di Cinigiano, infatti, tantissimi appezzamenti di terra sono incolti, addirittura alcuni in stato di abbandono. Con questo progetto ci piacerebbe riuscire a portare sul territorio una parte delle risorse regionali per incentivare i giovani a recuperare questi spazi, occupandosene, ed evitando che vadano in malora. La Regione, infatti, investirà nel progetto 3milioni di euro in 3 anni attraverso i quali cofinanzierà iniziative sui territori. Il Consiglio comunale si è già espresso positivamente sulla proposta di adesione al progetto regionale. A questo punto pubblicheremo un avviso di manifestazione d’interesse rivolto ai cittadini proprietari delle terre incolte, interessati ad aderire al progetto e poi avvieremo l’iter procedurale nei confronti della Regione Toscana. Come Comune, valuteremo anche la possibilità di inserire alcune porzioni di terreno pubblico da destinare agli orti urbani”.
100mila orti in Toscana è attuato dalla Regione attraverso il supporto tecnico di Ente Terre Regionali Toscane e Anci Toscana con la collaborazione dell’Accademia dei Georgogili e dei Comuni.
L’iniziativa rientra nell’ambito di Giovanisì, per questo darà priorità ai giovani fino ai 40 anni di età e tra i gestori degli spazi, alle associazioni composte prevalentemente da giovani.
Le coltivazioni dovranno essere improntate all’agricoltura biologica, mettendo al bando fitofarmaci e pesticidi. Attraverso gli orti la Regione promuoverà l’agricoltura toscana di qualità, stili di vita sani e definirà regole trasversali sull’intero territorio regionale per la realizzazione e la gestione degli orti.
“Questa esperienza sarà importante – continua il sindaco Romina Sani – per il recupero delle aree degradate, ma soprattutto dal punto di vista sociale e culturale: i cittadini potranno riscoprire il piacere del contatto con la terra e dell’autoproduzione, produrre da sé quel che si consuma”.