GROSSETO – Il presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda ha chiuso, giovedì 17 novembre, il convegno Spin 2016 – Seaport innovation, promosso da Autorità Portuale Livorno, che ha portato in città per due giorni una serie di relatori di livello internazionale nel campo delle telecomunicazioni e delle tecnologie più avanzate da applicare alla logistica e a tutte le attività che gravitano attorno ai porti.
La riflessione conclusiva cui ieri sono stati chiamati, oltre al presidente Breda, personaggi del calibro del direttore dell’organizzazione e dei sistemi informativi dell’agenzia nazionale dei porti del Marocco e del Presidente dell’ufficio della marina mercantile e dei porti della Tunisia, ha riguardato la governance, vale a dire la modalità di gestione di tutte le innovazioni che portano a rivoluzionare modi e tempi di lavoro e di organizzazione, per coglierne come territorio le opportunità positive.
Riccardo Breda si è agganciato, nel suo discorso, proprio a quest’ultima sfida. “Sono da due mesi il presidente di una nuova realtà territoriale che unisce le province di Livorno e di Grosseto, città che distano 140 km l’una dall’altra – ha esordito – e la mia sfida è quella di farne un territorio solo”.
Breda ha richiamato i suoi esordi nella sfera politico-economica, quando da giovane imprenditore in una organizzazione nazionale elaborò col suo gruppo il progetto “Le autostrade del Mediterraneo”, che guarda caso si incentrava proprio sulle opportunità che scaturiscono dei sistemi portuali. “Dopo diversi anni, ascoltando oggi i problemi della portualità, constato che quella dei porti italiani è un’altra delle occasioni perse”, ha detto il presidente. E’ mancato finora in Italia un “sistema-mare” che includa un ampio ventaglio di attività.
“Spesso, dalle mie parti – ha detto Riccardo Breda ricordando la sua provenienza maremmana – mi viene chiesto che impressione ho della città di Livorno, quale è il contesto economico. Livorno ha una grande risorsa: il porto, che però deve diventare un polo più attrattivo e rendere le imprese più consapevoli delle opportunità di innovazione che ci sono all’interno. Il porto e la città sono ancora due mondi un po’ distanti”.
Ciononostante, introdurre le tecnologie più innovative in porto è assolutamente necessario, ha aggiunto, ben consapevoli che questo porterà inevitabilmente anche un possibile ridimensionamento iniziale dell’occupazione, che tuttavia si potrà riguadagnare quando le imprese locali, guardando oltre il grande valore della loro unicità e della piccola dimensione, inizieranno a fare rete con tutto il sistema economico che ruota attorno a quello portuale.
“Oggi – ha proseguito il presidente – non si può più parlare di industria o di logistica 4.0: è la vita stessa che può definirsi 4.0 e ci impone cambiamenti veloci, pena uno sviluppo economico che si rivolge altrove. Quella che noi imprese dobbiamo cambiare – ha ribadito Breda – è la mentalità. Occorre, oggi più che mai, unirsi, fare rete. Il nostro meraviglioso territorio unito insieme offre due opportunità straordinarie: l’agroalimentare di qualità e l’economia del mare, ha detto il Presidente. Bisogna credere nel nostro settore primario e legarlo al porto per svilupparlo oltreconfine. E quando penso alle produzioni agroalimentari di qualità non penso solo alla tutela e salvaguardia delle semplici tradizioni culinarie locali, ma ad un settore agroindustriale forte anche per lo sviluppo di una nuova occupazione, che via mare può raggiungere i paesi più lontani”.
Ed ha annunciato: “Ho intenzione di convocare nelle prossime settimane un primo tavolo di lavoro sulla portualità. Proverò a far ragionare tutte le imprese come fossero una sola. Non sarà facile, ma è quello che una Camera di commercio deve fare, essere il portavoce di tutte le imprese, ed esprimersi in modo unitario.
Il secondo tavolo di lavoro sarà sull’agricoltura. Breda ha citato come esempio di best practice il sistema vino, che è riuscito nel tempo ad alzare il livello di qualità del territorio e lo ha fatto con grandi investimenti. Il presidente ha citato l’esempio di una grande azienda che con la sua politica di acquisto di ampi pezzi di terreno nel territorio maremmano ha dapprima suscitato perplessità ma che poi ha fatto crescere anche le piccole aziende locali.
“Come per il sistema portuale, per il quale si sono invocate parole come rete, collaborazione, innovazione, altrettanto deve dirsi per quanto riguarda tutti i settori economici, che, come Camera di commercio, qui rappresento”.
“Governance dell’innovazione significa anche innovare la governance – chiosa Antonella Querci, dirigente sviluppo e innovazione di autorità portuale Livorno – E’ necessario trovare metodi nuovi per coinvolgere appieno la comunità degli utenti ed il tessuto delle imprese nei processi d’innovazione che dal porto si possono irradiare verso il territorio. La consultazione degli stakeholder e delle comunità, con il metodo che abbiamo condiviso in chiusura dello Spin 2016, sarà il fattore di successo di un’innovazione tecnologica inclusiva. Anche per questo nelle prossime settimane avvieremo il progetto di un incubatore d’imprese innovative in ambito portuale, in linea con esperienze già lanciate da porti del nord Europa. Con le conclusioni del Presidente Breda, abbiamo messo a fuoco le nuove importanti leve di innovazione e sviluppo messe in campo dalla duplice riforma, delle Autorità Portuali e delle Camere di Commercio”.