GROSSETO – «La cittadinanza onoraria al magistrato antimafia Nino di Matteo è sparita dall’elenco degli argomenti all’ordine del giorno del consiglio comunale». Il Movimento 5 Stelle di Grosseto interviene sul fatto che ieri, il consiglio comunale di Grosseto, non abbia potuto discutrere in merito alla cittadinanza.
«Una vita blindata, quella del magistrato, ed in tutta Italia moltissimi comuni gli hanno già assegnato la cittadinanza onoraria. Doveva essere così anche a Grosseto, e invece, su richiesta del consigliere Rinaldo Carlicchi di Passione Grosseto il presidente Pacella ha deciso di rimandare il conferimento a dopo il 4 dicembre, ovvero dopo il referendum, perché il magistrato ha chiaramente espresso la sua scelta per il NO – proseguono i 5 Stelle -. Alla faccia del riconoscimento morale di una vita al servizio delle Stato»
Il M5S di Grosseto chiede al sindaco Anton Francesco Vivarelli Colonna perché nulla abbia avuto da dire, «visto che sia in campagna elettorale che dopo si è sempre espresso in favore del No. Il silenzio di ieri non sembra in linea con le sue dichiarazioni anche recenti. Oltre tutto, una maggioranza ed un’opposizione che in consiglio comunale tutti i giorni si lanciano accuse più o meno forti su argomenti a volte davvero “risibili” si sono trovate unite ed in pieno accordo su una scelta doverosa e non impegnativa dal punto di vista della politica locale. A noi sembra che se avesse voluto, e qui sta il punto, il sindaco avrebbe potuto ribadire la sua espressione per il No, una posizione del tutto personale ma chiara. Assegnata invece, anche qui con l’astensione del M5S, la cittadinanza onoraria al Savoia Cavalleria. Alla domanda dei pentastellati sul perché allora escludere altre realtà altrettanto importanti per il territorio come il 4° stormo, la risposta del vicesindaco Agresti è stata che verranno assegnate in futuro altre cittadinanze onorarie ad altri soggetti. Insomma, sembra un concorso a punti, come quelli dei supermercati».
«Il conferimento della cittadinanza onoraria al magistrato Nino Di Matteo, da anni impegnato in prima fila nella lotta alla mafia, non è un atto simbolico ma una dichiarazione di guerra alla criminalità – risponde il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna -. Il grande valore educativo di questa scelta, infatti, non si esaurisce nel puro gesto di concessione, ma diventa un esempio per una comunità intera che aspira alla cultura della legalità. Per questo, in campagna elettorale, ho appoggiato l’iniziativa di alcuni grossetani in merito. Per questo, oggi, il Comune di Grosseto ha deciso di conferire al magistrato la cittadinanza».
«Adesso, mi sento in dovere di spiegare agli amici del Movimento 5 Stelle che il Consiglio comunale voterà la proposta di deliberazione nella seduta di dicembre: non c’è nessuna marcia indietro, semplicemente il presidente Claudio Pacella ha ritenuto – giustamente dall’alto della sua esperienza e professionalità – opportuno evitare strumentalizzazioni che avrebbero finito per non dare il giusto valore all’atto. A dicembre, la proposta di deliberazione sarà discussa: in quella seduta, si potrà dare spazio, merito e qualità al gesto che Grosseto compirà. E, quel giorno – conclude il primo cittadino -, sarà un onore per ogni grossetano potere considerare Di Matteo un proprio concittadino».