FIRENZE – «L’Ato rifiuti Toscana Sud travolto da una bufera giudiziaria? E’ il sistema toscana, bellezza. Ma scricchiola. E scricchiola ormai da tempo, con evidenti segni di cedimento scanditi da inchieste che si susseguono su vicende tutte legate a logiche politiche: il buco di bilancio che ha messo in default la ex Asl 1 di Massa Carrara, le sorti di Banca Etruria e Monte dei Paschi di Siena, e ora l’Ato rifiuti Toscana Sud».
«Il punto è che c’è un filo conduttore, in tutto questo, ed è ascrivibile a un modo di amministrare la cosa pubblica che il Pd, nelle sue declinazioni storiche, ha improntato sulla logica della costruzione del consenso, anche con politiche clientelari praticate soprattutto attraverso gli enti locali fin quando è stato possibile e dopo, cambiato il quadro normativo, attraverso le partecipate. Perché queste ultime certo, si configurano come soggetti di diritto privato, ma rispondevano comunque a una logica politica chiara, quella del Pd. Per capirlo era sufficiente guardare chi sedeva sulle poltrone di vertice, in gran parte ex sindaci, ex assessori, ex segretari tutti del Pd».
«Poi la normativa si trasforma, e allora si vanno a mettere a gara i servizi su larga scala, creando consorzi ad hoc per far sì che sostanzialmente gli affidamenti avvengano sempre verso i medesimi soggetti. Si includono soggetti privati, ma anche in questo caso – e penso alla Castelnuovese – sono giuppersù sempre gli stessi e hanno dalla loro una rete di relazioni evidenti con il potere politico targato Pd. Però ci sono i bandi, e lì si stringono le maglie a più non posso in un taglia e cuci di imbuti a misura di uno. La riprova è che quando, come nel caso della gara regionale per il trasporto pubblico locale, accade qualcosa di ‘strano’ per la Toscana, ovvero partecipa più di un concorrente, ecco che allora salta il banco perché per il committente, nel caso specifico la Regione Toscana, non si realizza quanto nelle previsioni».
«E adesso? Adesso è ovvio: noi speriamo che la magistratura faccia rapidamente chiarezza. E bene ha fatto il presidente di Ato Toscana Sud, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, a convocare subito l’assemblea d’Ambito perché ora si tratta di capire da che parte staranno i sindaci uno a uno: da quella dei cittadini di Grosseto, Arezzo e Siena che hanno necessità di vedersi assicurato il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, o magari ci sarà qualcuno che nicchia non prendendo posizione netta rispetto ai fatti che stanno emergendo? Perché su questa vicenda di conflitti d’interesse che ne sono a decine; anche per alcuni sindaci targati Pd. In questo momento vi è la necessità di garantire il servizio nella massima trasparenza. Se poi l’affidamento del servizio sia avvenuto in maniera illegale ce lo dirà l’inchiesta. In quel caso non si potrà far finta di niente».