GROSSETO – Il Tar accoglie il ricorso di due cacciatori grossetani ai quali era stato negato il rinnovo del porto d’armi.
La sentenza che arriva dal Tribunale Amministrativo Regionale di Firenze vede protagonisti due grossetani che si erano visti respingere la richiesta del rinnovo del porto d’armi dalla Questura di Grosseto, con la motivazione che in passato avevano riportato condanne penali. Per la Questura era quindi motivo ostativo al rinnovo.
La difesa ha invece sottolineato che tali reati non erano attinenti all’uso di armi e che risalgono a oltre trent’anni fa. Inoltre, nel frattempo, le licenze erano state sempre rinnovate.
La Questura, secondo la difesa, aveva ritenuto non rilevante la circostanza che entrambi i cacciatori avevano ottenuto la riabilitazione. A nulla era valso, per i due cacciatori, proporre il ricorso gerarchico al Prefetto di Grosseto, tant’è che quest’ultimo procedimento era rimasto addirittura privo di responso.
A luglio dello scorso anno i due cacciatori si sono infine rivolti al Tribunale Amministrativo Regionale che ha dato loro ragione.
Il Tar Toscana, con le pronunce citate, ha ribadito «che la riabilitazione fa venire meno l’automaticità dell’effetto preclusivo al rinnovo in caso di pregresse condanne penali, di cui all’articolo 43 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. L’indicazione che viene dal Tribunale amministrativo è quella della necessità di una valutazione caso per caso, che deve tenere conto, sì, delle condanne passate ma anche di ulteriori elementi, come le circostanze e le modalità dell’azione, la gravità del reato o la personalità del soggetto richiedente.»
Le due sentenze erano state precedute da alcune pronunce conformi.
«A questo punto –afferma l’avvocato Milena Govi- non resta che sperare che la Questura si allinei con l’orientamento, ormai chiaro e netto, espresso dalla giustizia amministrativa, così evitando che chi si vede rigettare la richiesta di rilascio e/o di rinnovo debba necessariamente ricorrere al Tar.»