POLVEROSA – Sabato ventidue ottobre in occasione del giubileo degli operatori di misericordia a Polverosa, la diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello si è resa protagonista di un importante evento, frutto di impegno e attenzione evangelica.
L’evento si è svolto alla presenza del Vescovo Mons. Roncari, dell’Economo Diocesano Don Marco Monari, del Vicesindaco di Orbetello Chiara Piccini e di numerose autorità civili e militari, come di un nutrito gruppo di operatori nel vasto mondo del volontariato. La Casa Il Mandorlo oltre il piano terra inaugurato nel duemilatredici, ha ora completato anche il piano primo ed ha raggiunto una capacità di accoglienza per una decina di persone, oltre che una attrezzato centro di ascolto. Questo centro di ospitalità è destinato alle persone in temporanea difficoltà abitativa e lavorativa, cioè coloro – con particolare attenzione ai nuclei familiari, alle donne e alle giovani madri sole – che per diversi motivi si trovano senza una casa e senza un mezzo di sostentamento.
La Casa Il Mandorlo inizia il suo percorso con il Sinodo Diocesano, dove per rendere attuale l’esigenza evangelica, oltre alle tante attività pastorali viene auspicata la realizzazione di una o più «opere-segno». L’impegno sembrava e sembra grande, soprattutto confrontato con le modeste possibilità della diocesi. Ma grande deve essere la carità.
Con Mons. Meini fu deciso di progettare con coraggio la creazione di una struttura che potesse essere segno tangibile e concreto della solidarietà e della misericordia di Dio, esercitate attraverso lo strumento dell’ascolto e dell’accoglienza. Fu individuata una canonica non più utilizzata, quella di Polverosa, posta in una zona periferica ma strategica, rispetto alla vita movimentata della fascia del mare. Dopo il tempo del progetto si è passati al tempo dei fatti. Nel discorso inaugurale Marcella Friz, direttrice della Caritas diocesana e coordinatrice del progetto, racconta che la ristrutturazione del piano terra della casa fu ultimato nel duemiladodici. Pronti per l’inaugurazione, qualche giorno prima quelle zone furono fortemente coinvolte dall’alluvione. L’inaugurazione fu rimandata, ma la struttura fu provvidenziale per immagazzinare e distribuire aiuti alle famiglie maggiormente provate dall’infausto evento. Dopo alcuni mesi e dopo aver riconquistato la normalità, nel duemilatredici Mons. Borghetti inaugura finalmente la Casa Il Mandorlo, che quasi contemporaneamente diventa attiva e operativa.
A distanza di pochi anni si è presentata l’opportunità di proseguire e completare il recupero dell’abitazione, estendendo i lavori anche al primo piano, al fine di ospitare ancora più persone. L’ultimazione dei lavori è diventata realtà, con la giusta soddisfazione di quanti hanno creduto nel progetto e che hanno dedicato tempo, energie, lavoro e speranza. Perché grande deve essere la carità. Con i primi di novembre sarà quindi subito ospitata una famiglia di quattro persone.
Mons. Roncari durante la cerimonia inaugurale del Centro e parlando ai volontari, ha messo a confronto due frasi evangeliche programmatiche: «Non sappia la tua destra ciò che fa la tua sinistra» (Mt 6,3); «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5,16). Se da una parte viene richiesta grande magnanimità nel dare senza misura, dall’altra sono proprio le opere buone che fissano nella storia e trasmettono il senso della fede, speranza e carità.
È doveroso rendere noto che oltre all’impegno diretto della diocesi, sono risultati fondamentali gli interventi consistenti del contributo di Caritas Italiana e della Conferenza Episcopale Italiana con i fondi provenienti dall’OttoPerMille e del contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.