GROSSETO – «Ora che i famosi cento giorni sono trascorsi, un rapido bilancio dell’attività del sindaco crediamo possa esser fatto». Così i consiglieri comunali di centrosinistra Lorenzo Mascagni (gruppo PD), Carlo De Martis (gruppo Mascagni Sindaco), Manuele Bartalucci (gruppo PD), Marilena Del Santo (gruppo Mascagni Sindaco), Ciro Cirillo (gruppo PD), Rinaldo Carlicchi (gruppo Passione Grosseto), Marco Di Giacopo (gruppo PD), Catuscia Scoccati.
«Ebbene, scorrendo le pagine dei giornali e il profluvio di selfie che Vivarelli Colonna ci regala quotidianamente, al di là di ordinanze per la regolamentazione dell’accesso dei cani nelle spiagge e la pulizia dei tombini (che siano 1200 come sostenuto dal sindaco o 3-400 come ribattuto dal suo assessore poco cambia), interventi senza dubbio utili e meritori, e al di là di un importante lavoro degli uffici – continuano i consiglieri – volto a dare seguito ad opere strategiche già in cantiere (dal ponte sull’Ombrone al percorso ciclopedonale ad esso collegato, passando per l’illuminazione delle Mura, per dirne solo alcune), rinveniamo due soli atti politici, e su questi crediamo sia opportuno soffermarsi».
«Il primo risale allo scorso mese di settembre, allorquando il sindaco, che pochi giorni prima aveva opportunamente condiviso il supporto offerto dai richiedenti asilo in occasione del rogo al vivaio La Principina, è stato di fatto messo in minoranza dalla coalizione che lo aveva eletto – prosegue l’opposizione -, che compatta ha respinto la mozione presentata dal centrosinistra per valorizzare proprio quella esperienza, a beneficio dell’intera comunità, attraverso percorsi virtuosi e condivisi di integrazione. Il secondo risale ai primissimi giorni di governo, e proprio in questi giorni è giunto al suo epilogo».
«Ci riferiamo al ‘nuovo corso’ impresso dal sindaco alle politiche culturali della nostra città con la nomina a presidente della Fondazione Grosseto cultura dell’architetto Giuseppe Chigiotti, fresco di dimissioni – si legge nella nota -. Né l’architetto, né il sindaco ad oggi hanno ritenuto di spiegare alla cittadinanza quali siano i motivi di un atto così dirompente, che pone un’istituzione vitale come la Fondazione Grosseto cultura in una situazione di stallo. Certo è che numerose criticità erano emerse già all’indomani dell’insediamento, tanto da indurre noi consiglieri di centrosinistra a presentare al sindaco un’interrogazione affinché venisse fatta chiarezza. Ad oggi quell’interrogazione è ormai superata dagli eventi, ma spesso i fatti contano più delle parole, e l’accettazione da parte del sindaco delle dimissioni rassegnate dal ‘suo’ presidente esprime il fallimento di un progetto politico-culturale e, più in generale, di una certa idea di amministrazione».
«E’ il fallimento non solo dell’idea stereotipata di una Grosseto culturalmente mediocre, ma è il fallimento anche ed in particolare dell’idea che il governo del bene comune passi dalle decisioni di un uomo solo al comando – precisano -, rifuggendo il confronto con la complessità delle diverse istanze che animano una comunità, quando invece occorre avere l’umiltà e la lungimiranza di comprendere che il confronto e la complessità rappresentano una ricchezza e non un fastidio; di cui peraltro, piaccia o non piaccia, occorre farsi carico quando si è chiamati ad amministrare la cosa pubblica».
«Quella insofferenza al confronto ed alla condivisione che ha qualificato l’esperienza dell’architetto Chigiotti alla guida della Fondazione, e che ha impedito di dare gambe a qualsivoglia progetto, al di là dell’ordinaria amministrazione o di opere già in cantiere, la ritroviamo puntualmente nel profilo e nell’azione politica e amministrativa del Sindaco. Ci auguriamo, per il bene del nostro Comune, che il sindaco faccia tesoro di questa vicenda assai poco entusiasmante, di cui lui stesso in prima persona è stato artefice e poi vittima».