GROSSETO – “Per trasferire il valore aggiunto della legalità al Made in Italy – afferma Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – è necessario ora che l’importante approvazione da parte del Parlamento della legge sul caporalato venga accompagnata da una stretta della legislazione sulle frodi con la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali. Servono pene severe e rigorosi controlli che colpiscano il vero lavoro nero e lo sfruttamento, portando alla luce quelle sacche di sommerso che peraltro fanno concorrenza sleale alle imprese regolari che hanno già intrapreso un percorso di trasparenza e sulle quali finiscono per concentrarsi esclusivamente oggi le azioni di verifica. E’ necessaria pero’ anche una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore”.
Il problema del rispetto della dignità dei lavoratori deve valere anche per i prodotti importati che arrivano in Italia spesso sottocosto per effetto dello sfruttamento del lavoro, anche minorile, e dell’ambiente. Se i prodotti agroalimentari italiani sono ora garantiti, dalle rose alle banane, fino ai gelsomini, sono molti i prodotti importati sui quali secondo la Coldiretti pesa addirittura l’ombra dello sfruttamento minorile che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO). Un fenomeno diffuso nel tempo della globalizzazione dei mercati che si fa paradossalmente finta di non vedere solo perché avviene in Paesi lontani e che viene spesso addirittura incentivato da accordi europei agevolati per l’importazione di prodotti alimentari, dal riso del Myanmar all’olio dalla Tunisia fino alle trattative in corso, anche per i prodotti frutticoli, con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay) dove non ci sono le stesse norme di tutela dei lavoro vigenti in Italia.
“Un flusso sul quale spesso lucra la criminalità con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali che rendono ancora piu’ pericolose le frodi agroalimentari che per questo – ha continuato Renna – vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato come opportunamente previsto dalla proposta di riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari, presentata al Ministro della Giustizia Andrea Orlando ad ottobre dell’anno scorso e successivamente oggetto di un’ampia consultazione tra le parti sociali dalla Commissione per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare presieduta da Giancarlo Caselli”.