MASSA MARITTIMA – “L’assassino torna sempre sul luogo del delitto”. Così ha scherzato il celebre regista, ora scrittore o più fedelmente come ricorda lui, giallista, Umberto Lenzi, ieri al Nuovo Cinema Goldoni di Massa Marittima, che fu “solo” cinema Goldoni per lui, quando lo diresse molti tempo fa.
Erano gli anni ’40 e lui gestiva la sala cinematografica, erano gli anni ’50 e girava un cortometraggio su Massa Marittima di allora e il suo territorio minerario, che arrivava alla Mostra del Cinema di Venezia. Questa e molte altre storie ha raccontato ieri Umberto Lenzi al Palazzo dell’Abbondanza, ospite dell’amministrazione comunale che ha voluto ringraziarlo pubblicamente per aver portato con il suo talento e la sua incredibile carriera, la città mineraria in cui è nato, in tutto il mondo attraverso il grande cinema italiano ed internazionale, da Roma a Hollywood. Lo ha fatto donandogli simbolicamente il “Premio Città di Massa Marittima” un’opera d’arte realizzata dallo scultore Aviero Bargagli.
Nel pomeriggio è stato presentato, in collaborazione con la Torre Massetana, il libro “Umberto Lenzi, una vita per il cinema” di Tiziano Arrigoni e Silvia Trovato. L’ambientazione è una Massa Marittima ricca di un substrato economico con grandi potenzialità, come ha spiegato Arrigoni, di un tessuto sociale fatto di intese tra intellettuali ed operai animati spesso da scopi comuni e uniti dal fermento culturale che animava la città. Un fermento che portò un giovane ragazzo talentuoso come Lenzi appassionato di cinema e letteratura, a conoscere Bianciardi, Cassola, Pratolini, Pasolini, a ricevere la pellicola di “Germania anno zero” da Rossellini per la proiezione al Goldoni e ad incontrare Pietro Germi, che passò tre giorni in città.
Poi l’ascesa di Lenzi, con i suoi film poliziotteschi, bellici, gialli o thriller, sempre girati con la sua arte sopraffina e con cast eccezionali. Tra i protagonisti delle sue opere ci sono i più grandi attori di quegli anni da Carroll Baker a Henry Fonda e moltissimi altri.
A salutare e ringraziare il regista insieme al pubblico, l’assessore alla cultura Marco Paperini e il sindaco Marcello Giuntini che ha detto: “Lenzi ha rappresentato un po’ la cifra dei massetani dell’epoca, con la valigia in mano per partire dalla provincia, ma con un legame importante con la città; con la sua storia ci racconta l’epoca in cui Massa Marittima fu un importante centro di produzione culturale, una dimensione certo oggi più difficile da recuperare, ma verso la quale vogliamo andare. Per questo ci fa piacere salutare il regista, nel luogo che rappresenta proprio l’inizio di questa sfida: l’apertura di un cinema in città, in un momento in cui purtroppo chiudono tante sale cinematografiche di provincia”.
Umberto Lenzi, nato a Massa Marittima il 6 agosto 1931, ha portato il nome della città in tutto il mondo, grazie alla sua incredibile carriera; annoverato dal famoso regista Quentin Tarantino tra i suoi maestri, negli ultimi anni è divenuto anche noto scrittore di gialli. Tra le pellicole nate dal suo genio cinematografico si ricordano film bellici come “Il grande attacco” interpretato tra gli altri da Henry Fonda, Helmut Berger e John Huston, gialli come “Sette orchidee macchiate di rosso”, film horror, ma soprattutto produzioni sul genere “poliziottesco” degli anni ’70 che hanno regalato al regista grande celebrità con il film come “Milano odia: la polizia non può sparare” (1974) o “Roma a mano armata” (1976), con la coppia Tomas Milian e Maurizio Merli.