GROSSETO – «Il cyberbullismo non è solo quello dei ragazzi nei confronti dei propri coetanei, ma ci sono anche tanti adulti che, protetti e forti di essere dietro uno schermo, si lasciano andare a commenti che altrimenti non farebbero». Ne è convinto l’onorevole Paolo Beni, relatore della nuova legge che vuole mettere un freno al cyberbullismo, uno degli argomenti di cui si è parlato nell’ultimo Linux day che si è svolto questa mattina a Grosseto, presso la sede del Polo universitario.
Lo schermo come maschera, che toglie inibizioni, e soprattutto non fa scattare l’empatia, quella stessa che ti impedisce di dire cose eccessivamente cattive quando ti trovi faccia a faccia con una persona, perché percepisci il suo disagio, la sua sofferenza. Per questo le conseguenze di quel che si fa, si dice, attraverso una tastiera possono essere nefaste.
Ma questo non è stato l’unico argomento su cui si sono concentrati i vari seminari del Linux day. Tra i più seguiti, come ogni anno, quello dello studio grafico e pubblicitario Kalimero, che ha parlato di seo e social media marketing. Ma si è parlato anche di musica, di coding e di grafica.
Siamo soddisfatti «afferma uno degli organizzatori, Ludwig Bargagli – ci sono stati tanti ragazzi, delle scuole ma non solo, tanti giovani venuti a imparare praticamente quel che si può fare anche per un futuro lavorativo. Chi esce dalle superiori o dall’università, ad esempio, può mettere su una start up. Il tema nazionale di questo Linux Day (che a Grosseto è giunto alla 12esima edizione) è infatti quello del coding e della programmazione».