GROSSETO – “La lettura dei dati svolta dal Movimento 5 Stelle e riferita al nido “Le mimose” è parziale”.
Così inizia la nota con cui l’assessore Barbara Catalani risponde alle dichiarazioni dei rappresentanti pentastellati di Follonica.
“I comuni della conferenza zonale dell’istruzione Colline Metallifere – spiega Catalani – , hanno iniziato un complesso processo di coordinamento di tutte le attività e i servizi legati alla scuola di ogni ordine e grado, sia per quanto riguarda le politiche dell’istruzione che per quel che riguarda piani tariffari. Come si potrà capire il processo è lungo perché entrano in gioco realtà molto diverse da comune a comune, ma la nostra volontà è quella di creare un progetto condiviso da una istituzione complessa come la conferenza zonale . Per il nido ad esempio esiste già un regolamento zonale e un disciplinare operativo uniforme e condiviso, che tiene conto di fasce ISEE personalizzate , nate con criteri diversi e quindi anche difficilmente equiparabili tra loro: c’è chi parcellizza molto il reddito, chi, come noi, lo definisce in fasce più ampie…queste sono scelte tecniche più che politiche, spesso ispirate alla composizione della popolazione stessa ed anche allo storico consolidato di ogni realtà territoriale.
Per il nido, a Follonica la fascia più densa di reddito ISEE è quella superiore ai 17.000 euro, mediamente densa anche quella tra i 2000 e i 5000 euro , mentre quella tra i 5000 e i 17.000 ( suddivisa in 3 fasce di reddito specifiche ) non rappresenta una percentuale elevata del totale».
«Va inoltre sottolineato che la situazione tariffaria, imposta anche dalle modificate normative regionali risaliva all’anno 2006 (ben 10 anni fa), ed era pari a 330 euro per la tariffa massima».
«L’incremento approvato si attesta inferiore anche alla rivalutazione ISTAT, la cui applicazione avrebbe portato ad una tariffa pari a 384,12 euro. Altro fattore da non sottovalutare è che gli importi di Follonica sono comprensivi del pasto, cosa che non sempre è così per gli altri comuni, per i quali il costo del pasto è escluso dall’importo, gravando quindi in maniera non indifferente sul bilancio familiare.
Questo non succede a Follonica».
«Se poi vogliamo completare l’analisi del dato, per correttezza dobbiamo sottolineare altre due significative agevolazioni per chi sceglie il nido comunale di Follonica: la prima riguarda la mancanza di una quota di iscrizione, quota che invece è presente in altri comuni; l’altra è quella rappresentata dalla esenzione totale per coloro che presentano un ISEE inferiore ai 2.000. Anche questo aspetto in molti altri casi non è assolutamente contemplato, indicando sempre e comunque almeno una minima quota di compartecipazione al servizio».
«Mi pare difficile poter sostenere che stiamo penalizzando le famiglie!
L’analisi dei dati corretti e reali della situazione follonichese ci dicono che la fascia di utenza più numerosa (che rappresenta il 44% delle famiglie follonichesi) spende dai 290 ai 380 euro a seconda del tempo di permanenza al nido, pasti compresi».
«La medesima famiglia in altri comuni, anche tra quelli elencati dal M5S, potrebbe spendere dai 295 ai 560, come dai 290 ai 450 euro, oppure anche dai 340,90 ai 516,50 euro. Partire quindi dal confronto di dati e di realtà ancora così diverse, fino al punto di dire che a Follonica il nido è “il più caro del golfo” pare proprio frutto di una interpretazione un po’ troppo personale e semplicistica dei dati!
Sullo stesso tema il M5S è tornato anche con una mozione , il cui opportuno approfondimento sarà effettuato nelle sedi preposte, e cioè in consiglio comunale».