GROSSETO – “L’agricoltura sta vivendo un momento di crisi di portata eccezionale di cui tutti devono prenderne atto e trovare alternative valide e soluzioni percorribili, perché siamo troppo vicini al punto di non ritorno.” E’ questo il grido di allarme lanciato dal presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi, secondo cui è l’ora di finirla con gli spot e le affermazioni positiviste.
“Il quadro – spiega – è tutt’altro che roseo e non accetto che si prenda in giro gli imprenditori agricoli immersi in uno stato di incertezza che troppo spesso alcuni tendono a mitigare con slogan rassicuranti. In questa maniera non facciamo il bene di nessuno, ma illudiamo, illustrando una agricoltura che non è reale e che non interessa la stragrande maggioranza di chi la vive. Come si fa ad essere positivi – si chiede il presidente di Confagricoltura Grosseto – quando la metà degli agricoltori non seminerà a causa di un prezzo del grano sceso a 14 euro al quintale a fronte del quale il ministro Martina vara un piano cerealicolo nazionale “spot” da soli 10 milioni di euro? Per queste ragioni molti terreni non saranno lavorati. Che dire poi del settore olivicolo, sul quale grava l’incertezza della produttività a causa degli attacchi della mosca olearia favoriti dalle condizioni meteo? Per non parlare della zootecnia, in cui si è testimoni di uno stillicidio di risorse, con il prezzo del latte pericolosamente basso e un piano europeo bluff che disincentiva la produzione favorendo il sommerso.”
Settore quello zootecnico che secondo Tocchi è allo stremo, da anni soggetto agli attacchi dei predatori, la stragrande maggioranza dei quali causati da lupi, come l’Istituto Zooprofilattico ha dimostrato, che hanno interessato 194 aziende e ucciso oltre mille capi nel solo 2015, e alle continue distruzioni da parte degli ungulati senza che la Regione eroghi indennizzi o regoli il loro contenimento.
“Con che coraggio – attacca il presidente – si afferma che in agricoltura tutto è bello e come si può incentivare i giovani a investire nel settore, spendendo soldi pubblici, sapendo di “coltivare” solo facili illusioni? Chi lo ha fatto, o possiede una solidità economica alle spalle o altrimenti rischia di scomparire dopo poco tempo, attanagliato da problematiche più grandi di lui. La verità vera è che il nostro settore sta toccando il fondo di un barile ormai vuoto – tuona Tocchi – ed è demoralizzante vedere sbandierare l’agricoltura come la panacea di tutti i mali e porto sicuro ove approdare al riparo dai perigliosi flutti di una crisi senza precedenti. Forse questi signori non si rendono conto che quotidianamente sono centinaia i soci che bussano alle organizzazioni, chiedono loro le strategie da perseguire; ecco perché tutti, associazioni e istituzioni in primis, hanno l’obbligo e il dovere morale di offrire alternative attuabili e preferibili ai convegni “passerella” del politico di turno, capaci solo di cambiare tutto (a parole) per poi non cambiare nulla.”