FIRENZE – La Toscana è stata tra le prime Regioni che hanno cercato di fornire risposte alla crescente domanda di aiuto sia delle persone entrate ormai nel vortice del gioco d’azzardo patologico che dei loro familiari. Oggi si è aggiunto un nuovo importante tassello: in giunta, su iniziativa dell’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi, sono state approvate le linee di indirizzo per gli interventi nei quattro filoni stabiliti per contrastare questo tipo di patologia: informazione, prevenzione, formazione degli operatori e soprattutto definizione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale da applicare in maniera uniforme su tutto il territorio regionale. Approvata anche la ripartizione delle risorse alle Asl toscane per le annualità 2015 e 2016, visto che il Fondo sanitario indistinto assegnato alla Regione Toscana prevede circa 3,16 milioni per anno per prevenzione, cura e riabilitazione per le patologie connesse alla dipendenza patologica dal gioco.
“Un atto di grande importanza – dichiara Stefania Saccardi – che delinea un piano di contrasto al gioco d’azzardo patologico che completeremo, intervenendo su più fronti, quando perverrà dal Ministero della salute una ulteriore assegnazione per più di 3 milioni. Ciò su cui puntiamo sono in particolare gli interventi di sensibilizzazione, informazione, prevenzione, cura e riabilitazione sui rischi derivanti da un gioco eccessivo e problematico, coinvolgendo tutti i soggetti interessati”.
“Abbiamo anche definito in maniera condivisa – prosegue l’assessore Saccardi – un percorso assistenziale uniforme in tutta la regione, che va dalla prevenzione alla diagnosi alla cura (sia ambulatoriale che semiresidenziale e residenziale) fino al reinserimento lavorativo. Vogliamo garantire alle persone che ne hanno bisogno la stessa assistenza, cura e prestazioni”.
Le azioni di contrasto avviate saranno completate con un piano più incentrato sulla prevenzione utilizzando le risorse che saranno assegnate dal ministero. I punti chiave del piano sono:
– azioni in ambito scolastico, utilizzando la strategia di “Toscana da ragazzi”, per promuovere corretti stili di vita e facilitare l’integrazione sociale e la diffusione della cultura della legalità, con efficacia anche nel contrasto al gioco d’azzardo patologico;
– la realizzazione di una capillare campagna di informazione mettendo a disposizione anche un apposito numero verde regionale al quale rivolgersi per avere una prima consulenza e ascolto ed informazioni sulla rete dei servizi pubblici e del privato sociale dedicato;
– l’attivazione di un sito web dedicato e di applicazioni software per dispositivi mobili quali smartphone o tablet di largo utilizzo e diffusione nella popolazione giovanile;
– il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta;
– il coinvolgimento delle Forze dell’Ordine, dei Comuni e dell’ANCI toscana anche potenziando le “Botteghe della Salute”, i Centri Antiusura e le associazioni maggiormente rappresentative a livello regionale quali il coordinamento degli Enti Ausiliari della Regione Toscana, il coordinamento toscano Comunità di Accoglienza, l’associazione regionale Club Alcologici Territoriali, associazioni e gruppi di auto-aiuto, le rappresentanze dei gestori delle sale da gioco, le rappresentanze dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali.
Alcuni dati
Il fenomeno del gioco d’azzardo patologico riguarda in Toscana oltre 20.00 persone, in base allo studio edit del 2015 effettuato dall’Ars. I servizi per le dipendenze (Serd) hanno preso in carico circa 1.400 giocatori patologici.
Programmi residenziali e semiresidenziali
L’attivazione in via sperimentale dei programmi residenziali e semiresidenziali avverrà presso Villa Castruccio (Serravalle pistoiese, PT) a cura della Cooperativa sociale gruppo incontro di Pistoia (8 posti per per programma residenziale di media lunga durata) e presso il centro diurno San Benedetto (Livorno) a cura dell’associazione San Benedetto (8 posti per il programma semiresidenziale). Per quanto riguarda il programma residenziale intensivo breve continua anche nel 2016 la sperimentazione denominata Orthos a cura dell’associazione Orthos di Siena (anche qui 8 posti).