CALDANA – Da tempo si dedicava alla caccia al cinghiale di frodo nelle ore notturne nei boschi di Caldana. Ogni settimana lo si sentiva sparare, e dopo l’ultimo agguato avevano sentito a lungo un cinghiale colpito a morte stridere di dolore. Proprio i lamenti dell’animale avevano spinto una persona, la settimana scorsa, a chiamare il personale di vigilanza raccontando come “le grida del povero animale fossero strazianti”.
Alcuni giorni dopo alcuni cuccioli di cinghiali sono stati trovati mentre vagavano nel luogo dello sparo, altri sono stati trovati morti: probabilmente ad essere ferita a morte era stata la mamma.
A questo punto sono partite le indagini della guardie zoofile ambientali della Lac: nel luogo della caccia di frodo erano sono state trovate delle grosse pietre per coprire i foraggiamenti, la presenza di sangue, un pallettone conficcato in una pianta, e a poca distanza una scaletta artigianale fissa per salire su una pianta dove era posizionata una tavola per sedersi ed attendere i cinghiali. Dopo qualche giorno gli agenti hanno scoperto che sotto le grosse pietre era stato nuovamente messo del mais, proprio per attirare i cinghiali.
Sabato sera gli agenti della LAC si sono appostati poco distanti, hanno visto arrivare il bracconiere, un giovane caldanese, con la propria auto, scendere, caricare l’arma e salire sulla scaletta per appostarsi.
Dopo qualche ora, giunta la notte il bracconiere non vedendo arrivare i cinghiali è+ sceso per tornare verso l’auto dove è stato fermato. L’uomo, con regolare licenza di caccia, aveva anche aumentato la potenza dell’arma ponendo sopra le canne una torcia munita di calamita e accensione posta vicino il grilletto.
Sul posto è sopraggiunta anche una pattuglia della polizia provinciale di Grosseto che ha provveduto a sequestrare l’arma, una doppietta calibro 12 con relativa torcia, due munizioni a palla e una munizione a pallettoni.
L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Grosseto per esercizio di caccia in periodo di divieto generale, uso di mezzi vietati per l’attività venatoria, alterazione di arma per renderla più efficacia, uso di cartucce a pallettoni per la caccia agli ungulati e per foraggianto abusivo.