GROSSETO – «Oggi va in approvazione in Giunta Regionale Toscana ancora una volta l’apertura anticipata della caccia. Come al solito, la Regione approva il provvedimento a soli due giorni dalla sua entrata in vigore, per non dare il tempo alle Associazioni ambientaliste di tentare le vie legali per fermare un tipo di caccia estremamente dannoso». A parlare per il Coordinamento delle Organizzazioni WWF in Toscana è Guido Scoccianti.
«I cacciatori toscani potranno quindi dedicarsi anche quest’anno ad una triste sparareccia nelle nostre campagne ancora arse dall’estate, concentrandosi intorno ai campi di girasole o alle residue pozze d’acqua per sterminare la nostra povera avifauna». prosegue il WWF.
«Si potrà cacciare tortora, colombaccio, merlo, storno, gazza, ghiandaia e cornacchia grigia, ma nei laghi e nelle superfici allagati artificialmente anche alcune anatre (germano reale, alzavola, marzaiola). Sarà ancora una volta una strage. E quest’anno, peggiorando quanto successo negli scorsi anni, la Regione ha voluto concedere anche una seconda giornata di preapertura (domenica 4 settembre) – afferma Scoccianti -, anche se nominalmente limitata solo a storno, gazza, ghiandaia e cornacchia grigia; ma si sa bene che poi sul campo succederà di tutto, considerato quanto scarsa sia purtroppo la vigilanza. E si potrà cacciare, anche se solo da appostamento, anche nei boschi, aumentando l’impatto su tutta la fauna e in particolare i giovani dell’anno».
«L’apertura anticipata è una pratica del tutto illogica, dannosa, criticata da anni dal mondo scientifico. Il suo particolare impatto, sulle specie oggetto di prelievo e anche sulle altre (che ne saranno indirettamente o direttamente colpite) è dovuto a numerosi motivi:
• si apre la caccia in tarda estate, in un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico di molte specie e quando molti giovani dell’anno non sono ancora maturi;
• si caccia in una situazione di fine estate caratterizzata da scarsità di risorse idriche e trofiche e quando gli uccelli migratori si stanno preparando al grande volo di ritorno al sud, con le conseguenze che ciò ha sulla fauna;
• si comincia a sparare quando sul nostro territorio sono presenti ancora molte specie protette migratrici, che possono così essere oggetto di sicuro disturbo e di possibile (purtroppo anche in questo caso in modo pressoché sicuro) anche danno diretto;
• in particolare per gli anatidi non sono ancora giunti i contingenti migratori dal nord e quindi il prelievo si concentra sulle poche coppie nidificanti sul nostro territorio. Inoltre le femmine in buona parte non hanno ancora completato la muta delle penne e hanno difficoltà di volo».
«E non solo la stagione venatoria inizia quindi molto male, ma anche finirà male, perché la Regione ha deciso di calpestare le indicazioni del mondo scientifico e addirittura del Consiglio dei Ministri, anche per la parte conclusiva della stagione, tornando a concedere la caccia fino al 31 gennaio a specie come tordo bottaccio, beccaccia e cesena, nonostante che il Consiglio dei Ministri lo scorso gennaio, sulla base delle indicazioni delle Direttive Europee e dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), avesse con apposito provvedimento anticipato di forza la chiusura a queste specie al 20 gennaio in sette Regioni, fra cui proprio la Toscana». Sottolinea.
«Nello stesso modo si ignorano anche le necessità di maggiore tutela nel periodo di fine inverno di diverse specie di uccelli acquatici, già all’inizio del movimento migratorio. E’ la prova di come ancora la Regione Toscana sulla caccia delibera solo sulla base della volontà di soddisfare gli appetiti del mondo venatoria piuttosto che fondandosi sulle indicazioni del mondo scientifico e dell’Europa e sulle necessità di conservazione della nostra fauna». Conclude.