SCANSANO – Continuano i danni nelle campagne della Maremma. Diverse le segnalazioni, anche in questi ultimi giorni e nella scorsa settimana raccolte dal referente di Coldiretti Grosseto, Gaetano Zambrini, che è, tra l’altro, tra i consiglieri dell’Atc di Grosseto. I danni più gravi e rilevanti sono quelli registrati a Scansano, più precisamente nella zona di Pomonte, dove molte imprese hanno avuto notevoli danni alle colture. In modo particolare, tra i danni più ingenti, decine di ettari di bosco cerro.
“Gli animali continuano a imperversare e a fare danni – sottolinea Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – Non si tratta solo di cinghiali ma anche di predatori e, in alcuni casi, di caprioli. Abbiamo chiesto l’attivazione delle procedure di emergenza che consistono nell’avvio del contenimento”. “La situazione – aggiunge Marco Bruni, presidente di Coldiretti Grosseto – non può essere affrontata con superficialità. Occorre attivare le procedure previste dalla legge obiettivo come ribadito lo scorso 2 agosto a Firenze durante la nostra manifestazione. Ne vale non solo il reddito, la remunerazione e il livello occupazionale delle aziende agricole, ma anche in molti casi, l’incolumità dei campi e sulle strade”. Dopo i primi segnali di apertura registrati da parte dell’assessorato agricoltura regionale, Coldiretti Grosseto ribadisce la necessità di dare seguito alle proposte presentate.
“Nel nostro documento di proposta – sottolinea Renna – si evidenziava lo stato di esasperazione del mondo agricolo e non solo, di fronte ad una errata gestione della fauna selvatica, che ha determinato un vero e proprio squilibrio dell’ecosistema regionale. Le soluzioni che possano contribuire a rendere veramente efficaci gli interventi riguardano una diversa delimitazione delle aree non vocate alla presenza del cinghiale e di altri ungulati; la modifica delle delibere della Giunta Regionale n. 310 dell’11 aprile 2016 e 372 del 27 aprile 2016, con le quali si individuano le procedure per l’attuazione dei piani di controllo della fauna selvatica e del cinghiale in particolare, ai sensi dell’art.37 della legge regionale n.3 del 1994 con conseguente rimodulazione per evitare complessità burocratiche che, di fatto, vanificano l’efficacia dei controlli, con conseguente esponenziale incremento dei danni. Oltre ad aver avviato un taglio alle pastoie burocratiche legate alla segnalazione dei danni – conclude Renna – occorre dare seguito e passare ai fatti”.