MASSA MARITTIMA – Medaglia d’argento e premio speciale della giuria per il Predicatore, vino passito dell’azienda agricola La Cura di Massa Marittima. Nel momento in cui l’Italia sta disputando le Olimpiadi di Rio, c’è chi dalla Maremma conquista podio e decorazioni con i suoi prodotti di eccellenza. Il produttore di Massa Marittima Enrico Corsi stupisce ancora e incanta i giudici del concorso enologico internazionale organizzato dall’Associazione delle Città del Vino a L’Aquila con il suo originale vino dolce ricavato da uve merlot e aleatico.
Un gusto sontuoso ottenuto con l’uva acerba del diradamento dei grappoli. “Mio padre mi ha insegnato che in campagna non si butta viene niente e così ho deciso di riutilizzare i grappoli di scarto e dar loro nuova vita”. Un passito che aveva già conquistato la medaglia d’oro a La selezione del sindaco 2009, la medaglia d’argento a La selezione del sindaco 2011 e la gran medaglia d’oro nel 2013 con il riconoscimento speciale del Centro nazionale vini passiti di Montefalco.
Quest’anno per la prima volta la cerimonia conclusiva della rassegna Associazione delle Città del Vino si è svolta nel capoluogo abruzzese. Una coincidenza o forse un segno perché l’etichetta del Predicatore raffigura San Bernardino in piazza del Campo a Siena. E un fil rouge unisce le tre città – Massa Marittima, Siena e L’Aquila -, il santo e il premio de La Cura. San Bernardino infatti è nato a Massa Marittima dove si trova l’azienda di Enrico Corsi, ha studiato e svolto la sua attività di predicatore a Siena, sede dell’Associazione delle città del vino, e è poi morto a L’Aquila dove è si è dove sono avvenuti il concorso enologico e la premiazione.
Un santo innovatore, dalla visione incredibilmente moderna, scherzoso. Condannava l’usura, ma lodava l’imprenditoria onesta, quella che rende migliore tutta la società. Ed ecco che il vino Predicatore, ottenuto dalle uve di scarto, si ispira al pensiero di San Bernardino. D’altronde il Vangelo insegna che “la pietra scartata è diventata testata d’angolo” e lo spirito con cui è stato concepito il Predicatore è quello della lotta allo spreco.
“La vita di San Bernardino – aggiunge Enrico Corsi – e di altre figure chiave della tradizione cattolica provenienti dal centro Italia come San Francesco, San Galgano e San Guglielmo di Malavalle sono emblematiche. Questi tre santi, pensatori e filosofi, hanno rinunciato al patrimonio, sia materiale che genetico. Hanno abbandonato ricchezze e non hanno procreato, lasciando in eredità i loro insegnamenti: un grande patrimonio spirituale. E certamente rappresentano una fonte di ispirazione per l’imprenditoria che vuol guardare al futuro, etica e sostenibile”.
Un pensiero in linea con la grande novità del Vedetta Reverse, il formato di un vino 100% cabernet sauvignon, presentato nella scorsa edizione della fiera Food & wine in progress di Firenze. Una bottiglia capovolta, posta in un’elegante cassetta di legno. Un rivoluzionario accorgimento che permette al vino di esser conservato in posizione corretta anche in verticale, con etichetta leggibile perché alla rovescia, la prima adattata alle esigenze di ciechi e ipovedenti, grazie alla collaborazione con l’Uici sezione Grosseto. La bottiglia è più pesante rispetto a quelle tradizionali, per esser meglio maneggiata da chi non possiede il senso della vista, presenta un’etichetta in braille e un QRcode interattivo, a cui è collegata una spiegazione vocale del vino, attivabile tramite smartphone.
E oggi, l’etichetta con caratteri in braille, è estesa a tutta la gamma dei vini della cantina La Cura.