GROSSETO – Notizie positive per le imprese maremmane che operano nell’agroalimentare arrivano siano dal ministero dell’Agricoltura che dalla Regione Toscana. Il Cipe ha infatti attribuito al Mipaaf 400 milioni di euro per lo sviluppo dei contratti di filiera e di distretto, per interventi nel campo delle infrastrutture irrigue, il piano Agricoltura 2.0 e per le multifunzionalità della foresta e l’uso sostenibile delle risorse rinnovabili nelle aree rurali. Risorse che saranno attribuite attraverso “contratti di distretto” nel quadro della cosiddetta programmazione negoziata.
Parallelamente, pochi giorni fa, la Regione Toscana ha invece deliberato l’impegno di 15 milioni di euro per incentivare l’attività di imprese che operano nel settore della trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli. Nei bandi regionali, aperti dall’8 settembre al 30 novembre, è stata prevista una premialità aggiuntiva per le imprese che hanno sede nella provincia di Grosseto, nella Val di Cornia (Piombino, San Vincenzo, Campiglia Marittima, Suvereto, Sassetta, Monteverdi Marittimo) e nei comuni senesi di San Quirico d’Orcia, Pienza, Castiglione d’Orcia, Radicofani, Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, San Casciano dei Bagni, Montepulciano, Chiusi, Chianciano Terme, Sarteano e Cetona.
«Queste scelte – commentano il presidente della commissione agricoltura della Camera Luca Sani e il consigliere regionale Leonardo Marras – confermano che l’agricoltura è una delle priorità nella programmazione regionale e nazionale. La provincia di Grosseto è già uno dei territori a più alta vocazione agroalimentare della Toscana, e da queste misure può drenare risorse significative per dare gambe a progetti di filiera in fase di definizione, oltre che per consolidare le tante imprese e organizzazioni di produttori.
Più rete sapremo fare in una logica di distretto produttivo, più risorse sapremo attrarre. Nella nostra realtà, infatti, sono presenti eccellenze in ogni comparto agroalimentare: cerealicoltura, pesca e acquacoltura, vitivinicolo, oleicolo, colture specializzate e vivaismo. Adesso dobbiamo lavorare insieme per proporre a Regione e Ministero progetti di filiera su base distrettuale. Un obiettivo su cui lavoriamo già da tempo che è inserito tra le proposte del nuovo Piano regionale di sviluppo e che potrà contare anche sull’accompagnamento della ricerca del nascente polo tecnologico di Rispescia.
In questi anni di crisi durissima il settore agroalimentare, pur tra alti e bassi, è stato uno dei pochi a mantenere un generale trend di crescita, aumentando valore aggiunto, occupazione ed export. Ora – concludono Sani e Marras – nel nostro territorio stanno maturando le condizioni per fare un salto di qualità importante, ed è il momento di serrare i ranghi».