GROSSETO – Nei giorni scorsi, sul sito della Regione, è stato pubblicato il testo della delibera 807 del 1° Agosto che modifica la precedente delibera 310 dell’11 Aprile.
Il provvedimento era stato annunciato dall’Assessore Remaschi nel suo intervento nel corso della nostra manifestazione del 2 Agosto in Piazza del Duomo a Firenze. Le modifiche più rilevanti riguardano il paragrafo 2.3 “Procedura di autorizzazione degli interventi di controllo”. E’ stata di fatto eliminata l’istruttoria delle richieste di intervento e le autorizzazioni verranno rilasciate dagli uffici regionali sulla base delle autodichiarazioni del richiedente ai sensi del DPR 445. Questo consentirà di tagliare i tempi fra richiesta e intervento. Va comunque sottolineato che le autodichiarazioni saranno soggette a successivi controlli (nel 5% dei casi); i produttori dovranno quindi conservare la documentazione comprovante la messa in atto di mezzi di prevenzione (in primo luogo fatture di acquisto, ma anche documentazione fotografica).
E’ stato rivisto il modello di richiesta; fra le altre modifiche si segnala il fatto che la richiesta può essere avanzata anche se ancora non si sono verificati danni, ma sussiste una situazione di “danno potenziale”.
La delibera rappresenta sicuramente un primo, importante risultato della nostra mobilitazione – ha sottolineato il direttore provinciale di Coldiretti Grosseto che ha aggiunto – dobbiamo mantenere alto il livello di attenzione su queste problematiche che, purtroppo, creano disagi enormi al settore agricolo. L’iniziativa del 2 agosto è stato il primo passo di una mobilitazione che come Coldiretti manteniamo attiva a tutela di imprese e cittadini.
Riguardo i danni dei predatori Coldiretti ha presentato, nei giorni scorsi, in Piemonte, una analisi del fenomeno. Il nostro obiettivo è quello di trovare una soluzione sostenibile alle difficoltà che i pastori incontrano nel loro lavoro quotidiano che rappresenta un valore aggiunto insostituibile per l’economia, l’ambiente e la cultura. La presenza di branchi di lupi e/o predatori sta scoraggiando, da troppo tempo, ormai, in molte aree della Maremma, l’attività di allevamento mettendo a rischio anche il tradizionale allevamento e di conseguenza le possibilità di impiego e di reddito per le imprese. I pastori sono i primi interpreti della valorizzare del territorio e delle tradizioni culturali che lo caratterizzano ma devono essere tutelati. Con il ritorno dei predatori e/o dei lupi il lavoro dei pastori è però notevolmente cambiato divenendo sempre più complesso e oneroso e stravolgendo le abitudini di una pratica storica. Non è infatti più possibile lasciare gli animali allo stato brado, impiegando il tempo in tutte le altre attività che caratterizzano il lavoro in montagna, dalla lavorazione del latte alla fienagione. Negli ultimi anni si è infatti reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle da attacchi di lupi e cani randagi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono stati sufficienti per scongiurare il pericolo. La frequenza degli attacchi da parte dei lupi, non solo in alta montagna, è ormai davvero elevata. Su questi temi la Regione Toscana – conclude Renna – al di là della piena attuazione del piano lupo che è di livello ministeriale, deve individuare percorsi tesi a tutelare le imprese. Auspichiamo che si possa garantire efficienza ed efficacia nel sistema di accertamento e risarcimento dei danni per garantire un completo reintegro della perdita di reddito affinchè la convivenza tra l’animale e l’uomo non porti all’abbandono dell’attività di allevamento. Non sarebbero solo gli allevatori a perderci, ma l’intera comunità poiché i pastori attraverso la loro opera conservano e valorizzano la montagna e le sue tradizioni.