FOLLONICA – «La questione dello smaltimento dei residui della produzione dello stabilimento del Casone di Huntsman Tioxide (i cosiddetti “gessi rossi”) sembrava un anno fa rilevante ed urgente». È quanto si legge nell’interrogazione sullo smaltimento dei “gessi rossi” di Ettore Chirici capogruppo di “Gente di Follonica”.
«Certamente, lo era per la situazione del sito di conferimento a Montioni (piano di recupero di una ex cava) ed a seguito della quale furono date disposizioni tassative in merito al controllo della fuoriuscita di acque, per la loro qualità e per l’impianto di trattamento, nonché sul tema dello smottamento di parte del materiale messo a dimora (anche sulla base dei rapporti ARPAT) – prosegue Chirici -. A seguito dell’impossibilità di proseguire quel conferimento, fu definito un nuovo percorso avente sia le finalità sopra richiamate, le necessarie verifiche ambientali e statiche e le condizioni per riprendere, in adiacenza, il deposito dei materiali con l’aggiornamento del piano di recupero».
«Sapendo tutti che questa ipotesi avrebbe dato soluzione, se e quando fosse possibile procedere, solo per tre massimo quattro anni, il protocollo d’intesa (Regione, Comuni, Azienda) poneva anche l’obiettivo di utilizzi diversi dei “gessi rossi” e di individuare un nuovo sito per il quantitativo non recuperabile – precisa Gente di Follonica -. Nel frattempo, per non interrompere le proprie produzioni, Tioxide avrebbe stoccato a pie’ di fabbrica. Ricordiamo che, a suo tempo, l’impiego ai fini del recupero ambientale di alcune ex cave di Montioni conteneva in sé la duplice finalità del ripristino per l’inserimento nel Parco e di evitare proprio lo stoccaggio a pie’ di fabbrica».
«Da mesi silenzio totale sull’argomento, nessuna comunicazione sullo stato dell’arte e sugli sviluppi rispetto ai punti ed al percorso, fatto di varie tappe conseguenti l’una all’altra, indicato nel Protocollo d’intesa. Ritenendo necessario che gli atti di programmazione in genere e di questo contenuto in particolare siano oggetto di informazione e verifica anche da parte del Consiglio comunale (ad esempio, attraverso la Commissione consiliare competente), l’interrogante chiede pertanto le seguenti informazioni: quale sia lo stato ambientale e fisico della ex cava che aveva ospitato i “gessi rossi” e più in particolare se il piano di monitoraggio e di trattamento delle acque in uscita abbia dato esiti positivi rispetto al passato se e quando si ritenga dare avvio al piano di recupero, data l’impossibilità a proseguirvi il conferimento a che punto siano gli studi, gli eventuali progetti (compreso quello per il ripristino finale) per l’area adiacente e, se ritenuti positivi e validi, i tempi per il conferimento dei “gessi rossi” eliminando lo stoccaggio a pie’ di fabbrica se vi siano rapporti degli organi di controllo sulle modalità e l’impatto dello stoccaggio a pie’ di fabbrica se vi siano concrete ipotesi dell’Azienda per la riduzione della produzione di gessi rossi e, di conseguenza, se siano state avanzate soluzioni alternative a Montioni per la frazione non recuperabile».